venerdì 30 giugno 2023

I come Irish Mist Liqueur: Black Nail Cocktail - Stati Uniti - Irlanda


Black Nail Cocktail
Come usanza di questa nuova avventura  eccoci all'angolino riservato ai cocktails. Anche stavolta, sebbene con qualche difficoltà, sono riuscita a trovare l'ingrediente con la I e indovinate dove vi porto?? in Irlanda, anche se l'immaginario collettivo evoca più un boccale pieno di birra, quella  scura e densa come una crema (la stout per intenderci)  e molto meno un bicchierino di whisky, anche se per gli irlandesi il nome corretto è whiskey. Ma qual è il modo giusto di chiamare questo distillato?  Sono giusti entrambi. La questione non è “grammaticale”, piuttosto è una questione di origine. Infatti, per quanto il nome del prodotto sia piuttosto similare, si tratta di due distillati diversi, che hanno origine in due paesi differenti: Scozia ed Irlanda. Le differenze tra whisky e whiskey sono molteplici e riguardano non solo la grafia del nome, ma anche il metodo di produzione e i cereali utilizzati durante la distillazione. La prima differenza riguarda la distillazione. L'Irish Whiskey prevede una tripla distillazione, durante la quale è impiegato orzo non maltato, assieme al malto vero e proprio. Per lo Scotch Whisky, invece, le distillazioni sono solo due ed è impiegato esclusivamente malto d’orzoNella bevanda scozzese inoltre il malto è essiccato in forni alimentati a torba. I cereali, quindi, entrando in contatto con il fumo del forno  acquisiranno il tipico retrogusto d’affumicato. Per l'Irish Whiskey invece l’essiccazione avviene in forni chiusi, pertanto i cereali non entrano in contatto con il fumo e il risultato finale è un prodotto più morbido senza l’aroma d’affumicato.

Altra differenza tra i due distillati sta negli alambicchi. L’irlandese è distillato in alambicchi discontinui, l'altro in alambicchi continui (prometto che studierò le differenze tra i due tipi!!!)  Alcune notizie sull'origine di questo cocktail, che deve la sua nascita all'invenzione dell'Irish Mist Liqueur ottenuto da una miscela di whisky irlandesemiele di trifoglio, erica ed erbe aromatiche. Venne prodotto per la prima volta a Tullamore, nell'omonima distilleria, circa 70 anni fa, sulle basi di un'antichissima ricetta di un particolare vino aromatizzato al miele, che si pensava fosse andata perduta e che venne ricreata, dal proprietario della distilleria, Desmond E. Williams, che utilizzò come base il whiskey. Il cocktail è stato inventato negli anni tra il 1947 e il 1952 come drink in onore delle festività del St. Patrick's Day a New York, ma non si sa molto altro sull'origine di questo drink, origine che sembra avvolta da un notevole mistero. Non resta quindi che provarlo, e lasciarsi avviluppare dalla morbidezza e dall'armoniosità che questo drink regala (è diventato il preferito di Ernesto, mio marito!!) 

Black Nail

Black Nail Cocktail

Ingredienti

2,5 cl di Irish Whiskey 
2,5 cl di Irish Mist Liqueur
Fettina di arancia (alcuni consigliano la varietà "Sanguinello")
Ghiaccio

Bicchiere: Rock Glass
Bar Spoon

Tecnica di miscelazione: Build


Preparazione

Il cocktail si prepara direttamente nel bicchiere. Riempite di ghiaccio il bicchiere, versate l'Irish Whiskey e l'Irish Mist Liqueur. Utilizzando il Bar Spoon, mescolate delicatamente i due distillati (Tecnica di miscelazione Build), aggiungete la fettina d'arancia, o la zesta se preferite un aroma meno marcato, e gustate in tranquillità il vostro drink.
Alla salute!


Black Nail Cocktail
 


domenica 25 giugno 2023

I di Indivia Scarola (liscia): Scarola 'mbuttunata - Napoli - Italia


Scarole 'mbuttunata

La lettera di questa tappa della nostra raccolta ci ha riservato un po' di difficoltà! Gli ingredienti che iniziano con la lettera I non sono molti quindi cerchiamo di trovare ricette diverse anche se fatte con ingredienti già utilizzati da altri compagni di viaggio. Io ho scelto l'indivia scarola, che da noi si chiama semplicemente scarola. La varietà scelta è quella a foglia larga e liscia che viene abitualmente utilizzata per uno dei piatti tipici campani" 'a scarola 'mbuttunata" che significa scarola imbottita.
E' un piatto povero, di recupero, che nella tradizione veniva preparato per le feste di Natale, ma che ora è un "must" della cucina tradizionale campana. Come tutte le ricette tipiche ne esistono diverse varianti, legate ai vari territori o alle tradizioni familiari. In alcuni casi il ripieno viene legato con l'uovo, in altri si usa il pane raffermo, in altri ancora il pane biscottato. C'è chi omette l'uva passa, chi aggiunge un po' di peperoncino o un pomodoro secco......insomma è un piatto che si presta ad essere manipolato a seconda della fantasia o di quello che si ha a portata di mano. Provatelo e non ve ne pentirete!


Scarola 'mbuttunata
Scarole 'mbuttunata
Ingredienti 
3 cespi di indivia scarola liscia di media grandezza
50 gr di olive di Gaeta
50 gr di capperi sotto sale
5 filetti di aggiughe sotto sale
2 cucchiai colmi di uva passa
20 gr di pinoli
1 ciuffetto di prezzemolo
2 spicchi d'aglio 
pan grattato 6/7 cucchiai colmi
2 cucchiai colmi di pecorino grattugiato
oli extravergine di oliva q.b.

Preparazione

Iniziate pulendo la scarola. Eliminate le foglie esterne più rovinate e dure. Praticate un segno a croce sulla base del cespo di scarola. Posizionate la scarola in modo da poterla allargare, capovolgetela e immergetela in acqua per qualche minuto. Lavatela accuratamente cercando di non rompere il cespo. Capovolgetela su uno scolapasta e fatela asciugare. Procedete in questo modo con gli altri cespi di indivia scarola. Mettete i capperi a dissalare in acqua per circa 30 minuti, cambiando l'acqua almeno una volta. Mentre la scarola si asciuga preparate il ripieno. Pulite le acciughe, tagliuzzatele a pezzettini, snocciolate le olive e tagliatele a pezzettini, ammollate l'uva passa per una decina di minuti in acqua. Quando tutto è pronto procedete in questo modo: in una padella fate un paio di giri d'olio, accendete il fuoco e cominciate ad aggiungere le acciughe, l'uvetta, le olive, i pinoli, i capperi ed il prezzemolo tritato. Fate soffriggere dolcemente, senza far bruciare nulla finché le acciughe non saranno sciolte. A questo punto tritate finemente uno spicchio di aglio e aggiungetelo al ripieno. Aggiungete adesso il pane grattuggiato, mescolando e lasciatelo tostare a fuoco basso insieme al ripieno. Quando vedrete che avrà raggiunto un colore ambrato e il condimento sarà completamente assorbito spegnete e fate raffreddare. Quando il ripieno sarà tiepido aggiungete il pecorino mescolando per bene. Procedete adesso ad imbottire le scarole che saranno quasi completamente asciutte: posizionate le scarole con le foglie verso l'alto, apritele delicatamente e cominciate a metter il ripieno partendo dal centro e distribuendolo nei vari giri di foglie. Evitate di metterlo tra le foglie più esterne perché vi serviranno per chiudere il cespo di indivia. Prima di chiudere la scarola fate un giro d'olio tra le foglie e chiudete il cespo con spago da cucina partendo dalla cima delle scarole in modo da chiudere per bene e poi procedete scendendo fino alla base del cespo e stringendo per bene. Una volta completata la farcitura e la chiusura delle vostre scarole preparate un tegame capiente, fate un bel giro d'olio aggiungete uno spicchio d'aglio, qualche cappero e qualche oliva che serviranno a dare sapidità alle foglie esterne. Quando l'olio è ben caldo adagiate i cespi di indivia scarola legati e fateli rosolare per bene girandoli e facendo attenzione a non bruciarli. A questo punto versate due tazze di acqua sulle scarole, coprite con un coperchio,  fate cuocere per circa 1 ora (dipende dalla grandezza delle scarole) finché il liquido di cottura non sia completamente evaporato e la verdura cominci a sfriggere. Spegnete, fate intiepidire e slegate i cespi. Buon appetito!

Scarole 'mbuttunata


 

sabato 10 giugno 2023

G come Gin: Martini Cocktail o Dry Martini - U.S.A.

Martini Cocktail

Nella mia piccola collezione dedicata alla mixology e al nostra raccolta non poteva mancare uno dei più famosi cocktails al mondo: il "Martini Cocktail" conosciuto anche come "Dry Martini" o semplicemente "Martini". Amato da Hemingway, adorato da Doroty Parker, il Martini Cocktail è un before-dinner per palati amanti del gusto secco, asciutto, senza troppi orpelli, e per questo ottimo compagno di viaggio per aperitivi, antipasti a base di pesce e frutti di mare, ma da provare anche in accompagnamento a dolci a base di cioccolato come la Sacher. Anche per il "Martini" la sua origine è molto dibattuta. Alcuni ritengono che il drink sia stato servito per la prima volta a New York nel 1912 da un barista ligure di nome Martini, appunto, che lo avrebbe preparato per John D. Rochefeller. Altri invece ritengono che la sua origine sia molto più antica, intorno alla metà dell'ottocento e che sarebbe nato a Martinez, cittadina californiana. In ogni caso, qualsiasi siano le sue origini, il Cocktail Martini va provato almeno una volta nella vita, con calma, pigliandosi tutto il tempo per assaporare le sollecitazioni aromatiche di un buon gin ammorbidito dal Vermouth Dry. Hemingway lo amava appena accarezzato dal Vermouth, ed il suo Martini Cocktail è conosciuto come Hemingway Martini, secco, deciso per palati che non cercano un cocktail poco impegnativo e dall'alto tasso alcolico. Se decidete di avvicinarvi all'Hemingway Martini, o anche solo al Martini Cocktail,  mi preme condividere con voi un piccolo suggerimento di Dorothy Parker, grande estimatrice di questo drink:

"I love a Martini, but two at the most.

Three I'm under the table;

Four, I'm under the host!"

                      Dorothy Parker


Martini Cocktail
Martini Cocktail
Ingredienti per il Martini Cocktail
6 cl di gin
1 cl di dry vermouth
1 oliva in salamoia o scorza di limone
ghiaccio

Ingredienti per l'Hemingway Martini
6 cl di gin
0,4 cl di dry vermouth
scorza di limone 
ghiaccio


Preparazione
Per entrambi i cocktail la preparazione è la stessa. Raffreddate la coppetta da cocktail riempiendola di ghiaccio o, in alternativa, mettendola in freezer. Riempite di ghiaccio il mixing glass, versate dentro il vermouth e il gin. Miscelate con il cucchiaio da cocktail e filtrate nella coppetta ghiacciata. Se amate addolcire il cocktail servitelo con l'oliva, se no spremete gli olii essenziali della buccia di limone direttamente sul cocktail.

Martini Cocktail




 

lunedì 5 giugno 2023

G come Grand Marnier: Crêpes Suzette - Montecarlo - Principato di Monaco

Crêpes Suzette

La prima ricetta scelta per la raccolta di ingredienti che iniziano con la lettera G è un dolce molto famoso e devo dire che la sua fama è ben meritata. La sua realizzazione richiede l'uso del Grand Marnier Cordon Rouge, liquore originale creato nel 1880 da Alexandre Marnier-Lapostolle a Neauphle-le-Château (Francia). Il Grand Marnier è un liquore nato dalla miscelazione di vari e selezionati cognac, essenza d'arancia amara ed altri ingredienti ed è l'ingrediente principe delle Crêpes Suzette, la ricetta scelta per questa raccolta. Famosissime come dolce simbolo della Francia, sono nate nel Principato di Monaco e la storia della nascita di questo dolce è alquanto bizzarra. Si racconta infatti, che queste crêpes siano nate per errore, nel 1896, presso il Café de Paris di Montecarlo, da Henry Charpentier assistente di Auguste Escoffier, il più grande chef dell’epoca. Pare che a Charpentier fosse stato affidato l’importante compito di preparare una crêpe per Eduardo VIII, principe di Galles. Per l'emozione Henry fece cadere per sbaglio del liquore nella padella delle crêpe che naturalmente a contatto con il gas si infiammò. Da questo errore, nacque un dolce strepitoso che Henry servì ugualmente al principe. Le crêpes di Charpentier piacquero così tanto ad Eduardo VIII, che addirittura non esitò a chiedere il bis. Così le crêpes di Charpentier presero il nome di Suzette, in onore della figlia di un amico del principe che era al tavolo con lui.


Crêpes Suzette

Crêpes Suzette
Ingredienti
Per la pastella:
125 g di farina 00
50 g di zucchero
3 uova
370 ml di latte intero
12 g di burro
1 bacca di vaniglia
un pizzico di sale
Per la salsa:
70 g di burro salato
150 g di zucchero
100 ml di Grand Marnier Cordon Rouge
2 arance
1/2 limone

Preparazione
Iniziamo dalla pastella (*). Fate fondere il burro e lasciatelo raffreddare.

Setacciate la farina in una ciotola, aggiungete lo zucchero e il sale. Mescolate con un cucchiaio, create un cratere al centro e inserite le uova. Iniziate a lavorare con una frusta a mano il composto fino a quando non risulterà omogeneo. A questo punto poco alla volta unite il latte avendo cura di mescolare delicatamente e in continuo per evitare che si formino grumi. Una volta terminato il latte unite il burro sciolto e tiepido e i semi della bacca di vaniglia. Coprite la ciotola e lasciate riposare l’impasto fuori dal frigorifero per un’ora (in estate optate per il riposo in frigorifero). Mentre la pastella riposa dedicatevi alla preparazione della salsa. Prelevate con coltellino affilato delle strisce di buccia d'arancia e di limone che taglierete a striscioline sottili. Spremete il succo delle arance e del mezzo limone e filtratelo. In una padella fate fondere il burro, aggiungete lo zucchero e fatelo sciogliere bene, aggiungete quindi il succo e le scorze degli agrumi, fate cuocere per un paio di minuti quindi aggiungete la metà del Grand Marnier e continuate la cottura girando con un cucchiaio finché il liquido non sarà addensato.  Preparate le crêpes. Scaldate una padella di circa 22 cm di diametro e sciogliete una noce di burro all'interno. Con un pezzo di carta assorbente distribuite il burro su tutta la padella. Iniziate a versare un poco di impasto al centro della padella e giratela in modo da distribuire il composto su tutti i lati. Lasciate cuocere per un minuto e quando comincia a fare delle bolle girate la crêpe dall'altro lato. Proseguite la cottura per un altro minuto e poi levatela dal fuoco posizionandola su un piatto. Procedete nello stesso modo con il resto del composto finché non finisce e posizionate le crêpes una sull'altra in modo tale da mantenerle calde. Una volta cotte le crêpes riscaldate la salsa, piegatele in quattro e poco alla volta giratele nella salsa, posizionandole nella padella in modo da contenerle tutte. Una volta finita questa operazione, scaldate il Grand Marnier rimasto, versatelo sulle crêpes ben calde e con un accendino infiammate il liquore. Fate questa operazione lontano dal fuoco, lasciate spegnere la fiamma e servitele subito. Sono una delizia!

Crêpes Suzette





(*) la ricetta della pastella è di Auguste Escoffier tratta dal libro La cuisine d’Auguste Escoffier ed. Lafon-

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