domenica 29 novembre 2015

Tajine el bey


Non mi sembra vero, ma sono riuscita a preparare il secondo piatto da offrire a Resy prima della partenza per la prossima tappa dell'Abbecedario Culinario Mondiale. Anche se velocemente, come mi capita in questi ultimi tempi, ho potuto dedicare uno sguardo meno frettoloso a questa cucina e dal poco che ho potuto provare penso che continuerò a sperimentare piatti tunisini.......mi è molto piaciuta. L'ho trovata saporita, ben bilanciata nel gusto, sufficientemente "esotica" grazie alle spezie sapientemente utilizzate ma non "esoticamente invasiva". Insomma l'ho trovata raffinata e questo piatto, il Tajine el bey particolarmente intrigante. Può essere servito sia come finger food, tagliato in piccoli cubi, o come seconda portata. Preferibilmente servito caldo, non perde il suo gusto anche freddo, rivelandosi un ottimo "pranzo da ufficio". Esistono di questa ricetta diverse varianti, più che altro sul modo di miscelare i vari ingredienti e di disporre i diversi strati. Tuttavia gli ingredienti base sono gli stessi: carne, spinaci, uova e formaggio con aggiunta di spezie (pepe, curcuma o noce moscata). 


Tajine el bey


Ingredienti
500 gr di carne macinata
400 gr di spinaci
250 gr di ricotta 
9 uova
6 cucchiai di parmigiano grattugiato
3 cucchiai di formaggio a scelta 
(groviera, caprino, o altro a vostro gusto)
1/2 cipolla
2 spicchi d'aglio
sale, pepe, curcuma o noce moscata
olio evo, prezzemolo


Preparazione
Rosolate la cipolla e l'aglio finemente tagliati in una padella capiente con 4 cucchiai d'olio. Quando le verdure sono appassite aggiungete la carne, lasciandola rosolare per bene, e portatela a cottura aggiungendo un poco d'acqua se serve. Levate dal fuoco e mettete da parte. Lessate gli spinaci, dopo averli ben lavati, e tritateli dopo averli strizzati per eliminare l'acqua in eccesso. Dividete la carne in tre parti, mettendola in tre ciotole. Aggiungete gli spinaci, tre uova, 2 cucchiai di parmigiano e uno di formaggio grattugiato (io ho usato il groviera) ad un terzo della carne cotta. Salate, pepate e aggiungete mezzo cucchiaino di curcuma. Mescolate bene il composto e versatelo in una pirofila da forno precedentemente unta con olio evo. Infornate il composto in forno caldo a 180° per 10 minuti. Mentre il primo strato è in forno, preparate il secondo composto a base di carne utilizzando il "secondo" terzo di carne e aggiungendo la ricotta, 3 uova, 2 cucchiai di parmigiano, 1 di formaggi grattugiato, sale pepe e mezzo cucchiaino di curcuma. Trascorsi i 10 minuti, riprendete la pirofila e versate il secondo composto di carne e ricotta su quello con gli spinaci. Livellate bene con il dorso di un cucchiaio e infornate per altri 10 minuti. Preparate l'ultimo strato di composto mescolando alla carne rimasta 3 uova, 2 cucchiai di parmigiano e 1 cucchiaio di formaggio grattugiato, sale pepe e mezzo cucchiaino di curcuma e 2 cucchiai di prezzemolo tritato. Ritirate il composto dal forno, trascorsi i 10 minuti, e versate l'ultimo strato di composto. Livellatelo bene e infornate per 25 minuti. Lasciate leggermente intiepidire e servite il vostro tajine el bey tagliato a cubi o anche a losanghe, o come vi suggerisce la fantasia.







lunedì 23 novembre 2015

Bouza


Arrivata in Tunisia, dalla mia amica Resy padrona di casa di questa tappa dell'Abbecedario Culinario Mondiale, e questa volta forse potrò dedicarmi di più alla conoscenza di un paese molto particolare e che mi piacerebbe visitare. Il post di benvenuto di Resy mi ha suscitato curiosità e interesse, e di questo la ringrazio, per ora mi dedico alla ricerca, attraverso il cibo, di emozioni e sensazioni che possano avvicinarmi alla cultura di questo paese. E comincio, sperando di poter continuare, con un dolce che viene servito in Tunisia durante il Ramadan, il mese del digiuno musulmano. Secondo la tradizione e le prescrizioni del Corano, il digiuno inizia all'alba e finisce al tramonto, e la sera i fedeli possono consumare un pasto, chiamato "iftar" che interrompe il digiuno quotidiano. Uno dei fine pasto più amati in Tunisia è il Bouza, una crema di nocciole aromatizzata con acqua di rose o fiori d'arancio, servita tradizionalmente in bicchieri e decorata con frutta secca (mandorle, noci, nocciole, pistacchi). E' molto semplice da realizzare, non prevede uso di uova e farina, ed è poco dolce. Un piacevolissimo dessert, reso particolarmente raffinato dall'aroma delicato di rosa, che ho usato per questa preparazione.

Bouza


Ingredienti

1 lt di latte
200 gr di nocciole tostate
4 cucchiai rasi di amido di mais
5 cucchiai di zucchero
acqua di rose, o acqua di fiori d'arancio
per decorare:
mandorle, noci, nocciole, pistacchi, petali di rosa


Preparazione
In un tritatutto, o macina-caffè, tritate le nocciole senza trasformarle in "farina". La consistenza dev'essere piuttosto granulosa. Prelevate 250 cc di latte dal litro che vi serve per la preparazione, aggiungete l'amido di mais mescolando bene per scioglierlo e aromatizzate con l'acqua di rosa (io ho utilizzato questo aroma ed è davvero molto buona la riuscita) a gusto. Io ho utilizzato due cucchiai. Mescolate il latte, le nocciole tritate e lo zucchero in una casseruola e portate a bollore su fuoco basso. Quando il composto di latte e nocciole inizia a bollire aggiungete il restante latte con l'amido, versandolo poco alla volta e girando. Lasciate cuocere la crema finché raggiunge la consistenza di una crema mediamente spessa. Levate dal fuoco e fate intiepidire. Versate il bouza in bicchieri e decorate con frutta secca tritata e, come nel mio caso, con petali di rosa secchi (che utilizzo per le mie confetture) o freschi se ne trovate di quelli profumati. Fate raffreddare prima di servire il vostro bouza.  


"Kul 'am wa antum bi khayr"

"Che tu possa stare bene sempre"


domenica 18 ottobre 2015

Kaab el Ghazal - Corna di Gazella

Kaab el Ghazal - Corna di Gazella

Marocco, altra tappa dell'Abbecedario Culinario Mondiale, altra amica speciale da visitare, Patrizia che ci ha raccontato, offrendoci un magnifico tè, di una terra speciale. Come sempre da un po' le mie visite intorno al mondo sono brevi, e mi permettono solo uno sguardo fugace, brevissimo, quasi un clic fotografico, di posti che mi piacerebbe poter osservare meglio. Ma non demordo!!!! Prima o poi tornero' a godermi i miei viaggi, per ora va così. E per questa tappa il mio veloce sguardo si è posato su un dolce tipico del Marocco le "Corna di Gazzella", piccoli dolcetti di una pasta simile alla pasta frolla, ma senza zucchero, che racchiudono un cuore di pasta di mandorle profumata con acqua di fiori d'arancio. Il decoro tradizionale di questi dolcetti viene fatto con una pinza dentata (che io non ho trovato purtroppo) che li trasforma in piccoli scrigni di pasta merlettata. Devo dire che la ricetta non è stata di facile realizzazione, almeno per me, ma il risultato mi ha soddisfatta e sicuramente proverò di nuovo seguendo altri accorgimenti per migliorare il risultato finale (tra questi anche recuperare la pinza dentata originale!).

Corna di Gazzella

Kaab el Ghazal - Corna di Gazella

Ingredienti 
Pasta di mandorle
500 gr di mandorle pelate
275 gr di zucchero
60 gr di burro fuso
75 ml di acqua di fiori d'arancio
1/4 di cucchiaino da tè di cannella
un pizzico di polvere di gomma arabica (facoltativo)
Pasta frolla
375 gr di farina
1/2 cucchiaino da tè di sale
2 piccole uova
170 gr di burro fuso
4-5 cucchiai di acqua di fiori d'arancio

Kaab el Ghazal - Corna di Gazella

Preparazione
Iniziate dalla pasta di mandorle: tritate le mandorle in un tritatutto sino ad avere un composto finissimo. Aggiungete lo zucchero, il burro fuso freddo e l'acqua di fiori d'arancio e la cannella (io ho omesso la gomma arabica) Lavorate lungamente sino ad avere un composto compatto, morbido e malleabile. Formate un panetto e cominciate a preparare l'imbottitura delle "corna di gazzella": prelevate dal panetto un pezzetto di pasta, arrotolatelo e tagliate dei pezzetti della lunghezza e spessore del vostro dito indice. Sistemate i vari pezzetti su di un vassoio e, dopo aver finito, copriteli con della pellicola alimentare, lasciandoli riposare mentre preparate la pasta per l'involucro. 
Mescolate tutti gli ingredienti, lavorando sino ad amalgamarli e avere un composto mediamente compatto. Proseguite poi lavorando la pasta per almeno 30 minuti come si lavora la pasta del pane, utilizzando il palmo della mano, tirando la massa e riprendendola. Continuate così finché la pasta assumerà una consistenza elastica e morbida. A questo punto dividetela in 4-5 panetti che metterete a riposare coperti da una insalatiera di plastica. Fate riposare la pasta per almeno 30 minuti, ma anche di più. Passato questo tempo prelevate uno dei panetti e, spolverizzando appena con farina il piano di lavoro, cominciate a tirare una sfoglia sottilissima, quasi trasparente, utilizzando il mattarello. Appoggiate un paio di bastoncini di pasta di mandorle sulla sfoglia, mantenendo una distanza dal bordo esterno di circa 6-7 cm e tra di loro quella sufficiente a permettere poi di tagliare i due dolcetti. Ricoprite la pasta di mandorle con la sfoglia, sigillate bene utilizzando le dita, e con un coltellino affilato, o una rotellina dentata, tagliate i dolcetti dandogli la forma di una mezza luna. Incurvate ogni dolcetto come se voleste realizzare un "U", facendo attenzione a mantenere ben sigillati i lembi della sfoglia, in modo tale che non fuoriesca il ripieno. Continuate così fino a terminare la sfoglia e il ripieno, e facendo attenzione a riporre sotto l'insalatiera di plastica tutti i residui di sfoglia, in modo da lasciarli riposare e poterli lavorare di nuovo. E' un tipo di pasta che tende ad indurirsi e a perdere elasticità se lasciata troppo "all'aria". Una volta finiti i dolcetti, decorateli utilizzando una pinza dentata (guardate qui) io ho utilizzato un piccolo incisore per pasta di zucchero. Sistemate i dolcetti in una teglia da forno coperta di carta forno e lasciateli riposare, scoperti, per 2 ore o più. Cuocete i dolcetti un forno caldo (180°) per circa 30 minuti, senza farli dorare. Fateli raffreddare su una grata e trasferiteli in un scatola per conservarli e poterli gustare anche dopo una settimana.

Kaab el Ghazal - Corna di Gazella

sabato 26 settembre 2015

Locro de papas y queso

Locro de papas y queso

Ecuador, Quito.....l'Abbecedario Culinario Mondiale si è fermato qui, da Alessandra  padrona di casa di questa diciassettesima tappa del nostro viaggio.  Dell'Ecuador ci ha già parlato egregiamente lei, e siccome anche per questa tappa il tempo con me è assai tiranno, vi parlerò brevemente della ricetta scelta: il Locro de papas y queso.
Il Locro (dal quechua "ruqru" o "luqru") è uno stufato tipico delle popolazioni andine, probabilmente di origine pre-ispanica o pre-incaica, che  ha messo radici in altri paesi dell'America del Sud , come l'Ecuador. E' uno stufato preparato con un ingrediente base che puo' essere mais, zucca, patata al quale vengono aggiunti altri ingredienti (carne, pesce, formaggio, verdure e spezie). In Ecuador è considerato piatto nazionale e questa variante, tipica di Quito, è molto conosciuta e si serve generalmente con  fette di avocado e aji (che io ho omesso).




Locro de papas y queso
Ingredienti per 4 persone
10 patate di media grandezza
2 cucchiai di olio di oliva
1 cipolla bianca
2 denti d'aglio
2 cucchiaini di cumino
1-2 cucchiaini di achote (annatto)
7 tazze di acqua
1 tazza di latte
1 tazza di formaggio fresco tagliato a pezzettini o grattugiato
4 cucchiai di coriandolo tritato finemente
sale a gusto
per guarnire
mais tostato
avocado
formaggio fresco  sminuzzato
salsa aji

Locro de papas y queso

Preparazione
Pelate e tagliate a cubetti le patate, facendo attenzione a farli di diversa misura. In una casseruola riscaldate l'olio e aggiungete la cipolla tagliata in pezzetti piccoli, l'aglio tritato e il cumino e l'achiote (serve a dare un leggero colore rossastro...io non l'ho trovato....magari avrei potuto mettere un pizzico di zafferano!!!)  Far soffriggere dolcemente finché la cipolla non diventa lucida. Aggiungete le patate, girando e facendole stufare nel soffritto per circa 5 minuti, quindi versate l'acqua, coprite, portate a bollore e fate cuocere le patate finché non saranno tenere. A questo punto con uno schiacciapatate, schiacciate le patate cercando di lasciare piccoli pezzetti intatti. Il locro ha una consistenza densa e cremosa  ma con piccoli pezzetti di patata intatti.  Abbassate il fuoco e aggiungete il latte, mescolando bene. Salare, coprire e cucinare per altri 5-6 minuti, il tempo necessario a far amalgamare il latte con le patate. Spegnete il fuoco, versate dentro il formaggio sminuzzato e servite il locro guarnendo ogni piatto con fette di avocado, formaggio fresco sminuzzato e chicchi di mai tostato. Potete anche aggiungere la salsa aji, che è piuttosto piccante, o semplicemente del peperoncino.

Locro de papas y queso


domenica 6 settembre 2015

Saksak: gnocchi di tapioca e banana

Saksak: gnocchi di tapioca e banana

Tappa complicata questa dell'Abbecedario Culinario Mondiale.....siamo sbarcati in Papua Nuova Guinea a trovare Eloisa, nostra padrona di casa nonché deus ex machina di questa straordinania avventura. Complicata perché i piatti  tradizionali non sono tanti, e in questa terra è ancora praticato il cannibalismo. Dopo varie ricerche mi sono sperimentata con questa ricetta che a tutt'oggi è uno dei dessert tipici di questa terra. Per il mio gusto non è proprio l'ideale, perché a fine cottura la consistenza è piuttosto gommosa, ma il sapore è decisamente delicato ed è un dessert completamente senza glutine, poco dolce e leggero. 

Gnocchi di Tapioca e banana
Saksak: gnocchi di tapioca e banana

Ingredienti
2 tazze di perle di tapioca
3 banane
3 cucchiai di zucchero
1 lattina di latte di cocco

Preparazione
Mettete le perle di tapioca in una ciotola coperte d'acqua. Lasciatele giusto un paio di minuti poi eliminate l'acqua in eccesso, facendola cadere lentamente, quella che rimane servirà ad idratare bene le perle di tapioca. Tagliate a pezzetti piccoli le banane, aggiungetele alla tapioca insieme allo zucchero. Aiutandovi con le mani cominciate a lavorare il composto fino a farlo amalgamare bene, Prelevatene quindi un poco, dandogli la forma di un piccolo salsicciotto e adagiatelo su un foglio di alluminio (ci sarebbe voluta la foglia di banana, ma da queste parti è difficile se non impossibile trovarle) e chiudetelo dentro facendo un piccolo fagottino. 

Saksak: gnocchi di tapioca e banana


Procedete nello stesso modo sino a terminare il composto. Adagiate i fagottini su di una grata posizionata in una pentola con qualche dito d'acqua e fateli cuocere a bagnomaria per 20 minuti. Gli "gnocchi di tapioca" saranno cotti quando non sarà visibile neanche una puntina di bianco....devono risultare trasparenti!. Con delicatezza aprite i fagottini e adagiate gli "gnocchi di tapioca e banana" nel latte di cocco tiepido.

Saksak: gnocchi di tapioca e banana


sabato 22 agosto 2015

Confettura di Fichi Bianchi, Vaniglia e Pepe Rosa

Confettura di Fichi Bianchi, Vaniglia e Pepe Rosa

Chi mi conosce sa che ho un debole per i pentoloni che ribollono di frutta e zucchero, e spezie e fiori e liquori. Mi piace proprio tanto preparare confetture e lasciare a briglia sciolta la fantasia che si scatena incontenibile quando mi preparo per una nuova "creatura". Questa è l'ultima nata a CasaTenore e mi ha lasciata molto soddisfatta. L'accostamento del leggero piccante rilasciato dalle bacche di  pepe rosa con la dolcezza del fico e della vaniglia ha dato alla luce una confettura di particolare gusto, leggermente speziata e ottima, come dice il mio amico Pino, in abbinamento a formaggi delicati. E, aggiungo io, deliziosa sopra una fetta di pane tostato......Per voi


Confettura di Fichi Bianchi, Vaniglia e Pepe Rosa

Confettura di Fichi Bianchi, Vaniglia e Pepe Rosa

Per ogni Kg di Fichi Bianchi:
600 gr di zucchero
il succo di un bel limone
un baccello di Vaniglia Bourbon
1 cucchiaino da tè di bacche di pepe rosa
2 cucchiai di Whisky Single Malt
Preparazione
Sbucciate i fichi, tagliateli in pezzetti, sistemateli in una pentola capiente ricoprendoli con lo zucchero e il succo del limone. Aprite il baccello di vaniglia estraendone tutti i semini con un coltellino affilato. Fateli cadere sui fichi e tagliuzzate il baccello di vaniglia in piccoli pezzi, aggiungendoli al resto. Aggiungete anche le bacche di pepe rosa. Coprite e lasciate riposare in frigorifero la frutta nello zucchero per almeno 4-5 ore, meglio se tutta la notte. Questa macerazione (che faccio sempre) permette allo zucchero di sciogliersi parzialmente con i succhi rilasciati dalla frutta e, nel caso di aggiunta di spezie e/o aromi, ai vari sapori di amalgamarsi. Trascorso questo tempo passate alla cottura della confettura, ponendo molta attenzione perché tende con facilità ad attaccarsi al fondo della pentola. Girate continuamente o, come faccio io, abbassate il fuoco e lasciate bollire lentamente, girando di tanto in tanto il composto. Quando vedrete la confettura ispessirsi fate la "prova piattino" prelevando un cucchiaino di confettura e lasciandola cadere sul piattino freddo. Se si rapprende e scivola con grossa difficoltà, inclinando il piatto, allora è pronta. Spegnete il fuoco ed aggiungete il Whisky, girando bene. Invasate la confettura bollente nei vasetti sterilizzati e caldi (io li lavo e li sterilizzo lasciandoli in forno caldo a 150° per circa 20 minuti e bollendo a parte i coperchi per 10 minuti). Chiudete i vasetti, capovolgeteli immediatamente in modo che si crei il sottovuoto, e fateli raffreddare coperti da un canovaccio su di un tagliere (questo eviterà "shock termici" che non aiutano il "sottovuoto").

Confettura di Fichi Bianchi, Vaniglia e Pepe Rosa



domenica 26 luglio 2015

Maharagwe ya Nazi - Fagioli rossi in salsa di cocco

Fagioli rossi in salsa di cocco

In Kenya finalmente, passando per Ginevra da mia figlia!!!! Eh si!!! devo proprio essere innamorata persa di questo viaggio intorno al mondo visto che né la stanchezza, né il caldo (devo dire che entrare in cucina adesso è un vero e proprio supplizio) mi hanno fermata dal raggiungere la mia carovana preferita a salutare, anche se velocemente, Valentina, che si è rivelata subito non solo squisita padrona di casa ma una vera compagna di viaggio.....Ma sono qui e mi dispiace di non aver potuto contribuire di più e di approfondire meglio la conoscenza di una cucina che penso possa riservare delle sorprese. Come quella che ho provato assaggiando questa piatto....è davvero buono, il gusto delicato del cocco esalta quello dei fagioli, e per me è stato come scoprire un mondo nuovo.
Anche per Valentina c'è un piccolissimo regalo per ringraziarla di aver ospitato una tappa non semplice....Kamba Music from Kenya, ritmo e allegria per dimenticare la strage del 2 aprile 2015 nel campus di Garissa



 Fagioli rossi in salsa di cocco
Fagioli rossi in salsa di cocco

Ingredienti
1 tazza di fagioli rossi secchi (circa280 gr)
3 grossi pomodori
1 cipolla grande
3 spicchi d'aglio
1/4 di cucchiaino da tè di currry 
2 tazze di latte di cocco (circa 1/2 lt)
2 peperocini freschi piccanti (facoltativi)
sale e pepe macinato fresco a gusto
foglie di coriandolo 

Fagioli rossi in salsa di cocco

Preparazione
La sera prima mettere a bagno i fagioli. La mattina dopo cuocete i fagioli, lasciandoli sobollire finché non saranno cotti e teneri. Gettate l'acqua di cottura, mettendo da parte i fagioli. In tegame profondo soffriggere dolcemente la cipolla affettata sottile e lasciarla andare finché sia ben dorata. Aggiungere quindi gli spicchi d'aglio tritati e i pomodori spellati e tagliati a pezzetti. Abbassare la fiamma, coprire il tegame e cuocere dolcemente fino a cottura dei pomodori. Aggiungere quindi il curry* (io ne ho messo di più avendolo preparato io con le spezie e omettendo il peperoncino), mescolare bene per circa 30 secondi e aggiungere i fagioli ed il latte di cocco. Amalgamare bene, aggiustare di sale, coprire e cuocere finché i fagioli cominceranno ad aprirsi leggermente. Aggiungere pepe fresco macinato e guarnire con foglie di coriandolo fresco. Accompagnare con del riso.

Fagioli rossi in salsa di cocco

p.s. il mio curry: (misura utilizzata cucchiaino da tè)
cumino in polvere - 1 e 1/2 
curcuma - 1 
paprika dolce (pimiento) - 1 
noce moscata - 3/4 
cannella - 3/4 
pepe nero - 1
chiodi di garofano - 1/2
semi di senape macinati - 1
aglio secco macinato -1
........................................mi mancava il fieno greco, prossima volta provvederò :)

domenica 5 luglio 2015

Jambalaya - Louisiana - U.S.A.

Jambalaya

Seconda ricetta per Simona, prima di salutarla e ringraziarla per avermi dato la possibilità di preparare due ricette che desideravo fare da tempo. E' proprio vero, questo viaggio, iniziato per me qualche anno fa al seguito della carovana dell' Abbecedario Culinario, continua a regalarmi tante emozioni e la possibilità di avventurarmi nei territori sconosciuti del mondo culinario....e devo essere onesta: anche se in questo momento mi costa fatica fare i bagagli e spostarmi da un continente all'altro, vorrei però che questo viaggio non finisse mai!!! La ricetta che ho preparato per Simona è un piatto tipico della Lousiana, il Jambalaya, piatto creolo,  nato dalla contaminazione tra cucina spagnola, francese e africana e, si sa, le contaminazioni sono una vera  "manna dal cielo"!!! Il nome Jambalya sembra derivi dalla parola francese "jambon" (prosciutto)  e alla parola africana "aya" (riso). Ma l'origine di questo piatto pare piuttosto di origine spagnola che francese. Sembra infatti che durante la dominazione spagnola della Lousiana, gli spagnoli abbiano introdotto nella cucina locale la loro "paella" adattandola agli ingredienti locali e utilizzando il pomodoro al posto dello zafferano. Con il passare del tempo poi lo stesso piatto ha subito le influenze della cucina francese e afro-caraibica, fino a diventare il piatto che noi conosciamo. Gli ingredienti, come in tutte le ricette legate alla tradizione di un posto, possono variare a seconda delle abitudini familiari e nello specifico può essere preparato con carne di manzo, maiale, pollo, anatra, gamberi, ostriche, prosciutto, pesce. dando vita ad una infinità di combinazioni. Gli ingredienti che però non vengono mai cambiati sono il peperone, il sedano, le cipolle, il pepe di cayenna ed il riso. Nella versione senza pomodoro viene chiamato Jambalaya Cajun. La ricetta che ho realizzato proviene da qui ed è veramente buona.

Jambalaya
Jambalaya

Ingredienti

12 gamberoni, sgusciati e puliti
250 gr di pollo, a pezzetti
1 cucchiaio di misto di spezie creolo-cajun
2 cucchiai di olio di oliva extra vergine
1 cipolla tritata
1 peperone verde tritato finemente
1 costa di sedano, tritata finemente
3 spicchi d'aglio tritati
1 pomodoro, sbucciato, privato dei semi e triturato
3 foglie di alloro
250 gr di riso grano lungo
750 ml di brodo di pollo
150 gr di salsiccia affumicata (io salsiccia secca piccante)
sale e pepe

Per il misto di spezie creolo-cajun

2 cucchiai e mezzo di paprika
2 cucchiai di sale
2 cucchiai di aglio in polvere
1 cucchiaio di pepe nero macinato
1 cucchiaio di cipolla in polvere
1 cucchiaio di pepe di cayenna
1 cucchiaio di origano secco
1 cucchiaio di timo secco
(passare il tutto nel mixer) 

Jambalaya

Preparazione
Il giorno prima preparate un brodo di pollo utilizzando preferibilmente le ali ed eliminando la pelle che le ricopre (avrete un brodo meno grasso). Iniziate, quindi,  preparando il misto di spezie creolo-cajun passando tutti gli ingredienti in un mixer. Quello che rimane dopo la preparazione lo potete conservare in un barattolo di vetro e utilizzarlo per altre preparazioni. Mescolare in una ciotola capiente il pollo, i gamberoni ed una bella cucchiaiata di misto di spezie. Coprire e lasciar insaporire per una buona mezz'ora. In una pentola scaldare l'olio e far soffriggere la cipolla il peperone e il sedano per circa tre minuti. Aggiungere l'aglio, il pomodoro e le foglie di alloro, mescolando tutto,  e di seguito il riso, facendolo insaporire nel soffritto di verdure. Bagnare  con il brodo preparato, abbassare il fuoco e cuocere coperto finché il riso non avrà assorbito i liquidi e sarà diventato tenero, muovendolo occasionalmente. Quando il riso sarà tenero aggiungere i gamberi il pollo e la salsiccia. Coprire e cuocere fino a che le carni siano cotte. Saranno necessari circa 15 minuti, o poco più. Aggiustare con sale e spezie, a gusto e servire il Jambalaya con il sottofondo musicale di "Wolverine Blues" suonata da Jelly Roll Morton. Enjoy!!

Jambalaya


sabato 27 giugno 2015

Key Lime Pie - Florida - U.S.A.

Key Lime Pie

Eccomi in U.S.A. a casa di Simona  padrona di casa "di nome e di fatto" (si perché lei ci vive veramente negli Stati Uniti!!!!)  di questa nuova tappa dell'Abbecedario Culinario Mondiale. Parlare di questo enorme paese necessiterebbe di troppo tempo, anche perché è uno di quei paesi che entra nelle nostre vite costantemente, attraverso la storia, la letteratura, la musica, il cinema, diventando una sorta di "immaginario collettivo" che ci lega a doppia mandata a quella terra, e che continua a condizionare, nel bene e nel male, le nostre vite. Scrivo e mi passano davanti agli occhi mille immagini legate agli Stati Uniti d'America, immagini che, inutile dirlo,  hanno fatto parte della mia formazione. Alcune per tutte: 1968, Washington, Lincoln Memorial "I have a dream"; New York, 11 settembre 2001, Twin Towers; Hollywood, 1939, Vivian Leigh e Rossella O'Hara;  Dallas, 1963, JFK;  New York, 1961, Tiffany e Holly Golightly; San Francisco,1970, "Strawberry Statement" e le lotte dei movimenti pacifisti; 21 Luglio 1969, Apollo 11, la Luna; 26 giugno 2015, Washington, Suprema Corte di Giustizia: il matrimonio è un diritto per tutti! 
e mi fermo qui......!!!
Impossibile attraversarlo tutto attraverso il cibo, per cui ho scelto un paio di ricette legate territorialmente ad alcuni Stati dell' Unione. La prima ricetta che regalo alla raccolta di Simona viene dalla Florida, più precisamente da un arcipelago chiamato "The Keys" dove cresce una varietà speciale di lime, frutto utilizzato per la "Key Lime Pie". La ricetta originale  prevede la copertura della torta con la meringa, che però spesso viene sostituita da panna montata. Io mi sono attenuta alla ricetta originale, e vi assicuro che è deliziosa.

Key Lime Pie 
Key Lime Pie

Ingredienti
per la base:
250 gr di biscotti Digestive
45 gr di burro fuso
per la crema di lime
3 tuorli d'uovo
1 latta da 400 gr di latte condensato
la scorza grattugiata di 2 lime
il succo di 4 lime (150 ml)
per la meringa
4 albumi
25 gr di zucchero
2 ml di aceto bianco o 1/4 di cucchiaino di cremor di tartaro

Key Lime Pie

Preparazione
Riscaldare il forno a 180°. Preparare la base sbriciolando i biscotti come si fa per la base del cheesecake e mescolarli con il burro fuso. Foderare uno stampo a cerniera con l'impasto dei biscotti facendoli aderire anche al bordo. Cuocere la base per circa 8 minuti in forno. Tirarla fuori e farla raffreddare mentre si prepara la crema. Sbattere i tuorli, il latte condensato, il succo e le scorze dei lime fino ad avere un composto omogeneo. Versare la crema nella crosta di biscotti, rimettere in forno e cuocere per circa 10 minuti (15 io), finché la crema si solidifica. A questo punto preparare la meringa sbattendo a velocità media gli albumi con lo zucchero e l'aceto bianco o il cremore di tartaro. Si dovrà avere un composto lucido e ben sodo. Ricoprire completamente la torta con la meringa utilizzando una spatola e cercando di fare dei cerchi partendo dall'esterno verso l'interno. Infornare di nuovo e lasciare cuocere la meringa senza farla dorare troppo. Un volta cotta, estrarre la key lime pie dal forno, lasciarla raffreddare e riporla in frigorifero per almeno due ore....poi vi potrete anche leccare le dita di ambedue le mani!!!!

Key Lime Pie


domenica 14 giugno 2015

Salée au sucre: Canton de Vaud-Lousanne

Salée au sucre


Eccomi finalmente per consegnare la mia seconda ricetta a Ivy prima che la carovana dell' Abbecedario Culinario Mondiale riparta per nuovi lidi. La ricetta scelta è una ricetta tipica del Canton Vaud, il cantone di Losanna per intenderci. Io ho avuto la fortuna di visitarla, anche se solo per una giornata, e come quasi tutti i paesi o le città svizzere, è un piccolo gioiellino, in più si respira un'atmosfera molto frizzante, probabilmente dovuta anche alla presenza di una delle università più famose della Svizzera e di una delle scuole di danza più prestigiose del mondo, la scuola di Maurice Béjart. Lascio come piccolo regalo a Ivy per ringraziarla della sua ospitalità qualche foto scattata nelle mie incursioni in terra svizzera.

Losanna
Berna
Gruyere
Geneve
La "Salée au sucre" (letteralmente "salata allo zucchero"), conosciuto anche come "Gâteau du Vully" (sua regione di origine) è un dolce tipico del Cantone Vaud e si trova in quasi tutte le boulangerie. E' un dolce molto conosciuto anche in Belgio e nel nord della Francia. La base è di questo dolce è una pasta lievitata poco zuccherata e leggermente salata (salée appunto) che ricorda vagamente quella dei krapfen, e viene utilizzata come guscio per raccogliere un composto a base di panna, zucchero e qualche volta uova. La ricetta che propongo ad Ivy l'ho recuperata qui, anche se non avendo trovato la crème double (una panna molto densa) il risultato estetico non è proprio identico all'originale. La prossima volta la replicherà utilizzando la panna da cucina o, come suggerito in altri siti, il mascarpone diluito con un poco di latte.


Salée au sucre

Salée au sucre

Ingredienti
per la pasta lievitata:
250 gr di farina
1/2 cucchiaino da caffè di sale
1 cucchiaino da caffeè di zucchero
15 gr di lievito fresco
25 grammi di burro in fiocchi
1,5 dl di latte tiepido
per la crema:
1 dl di panna densa
qualche fiocco di burro
4-5 cucchiai di zucchero

Salée au sucre

Preparazione
In una ciotola versare la farina, il sale e lo zucchero. Mescolare e aggiungere il burro morbido lavorando gli ingredienti sino ad avere un composto "sabbioso". Aggiungere gradatamente il lievito, sciolto precedentemente nel latte appena tiepido, e lavorare la pasta sino ad avere un panetto liscio, morbido e che si stacca facilmente dalla ciotola. A me è stato necessario aggiungere qualche cucchiaio di farina in più.      Coprire e lasciare lievitare per circa 1 ora o finché non raddoppia di volume. 

Quando è ben lievitata, prelevare la pasta e trasferirla in un ruoto di circa 28 cm di diametro (rivestendo la base con carta forno). Con il pugno della mano schiacciate la pasta dolcemente allargandola verso il bordo del ruoto, avendo l'accortezza di lasciare un "cornicione" esterno. Con i polpastrelli delle dita, poi, fate tanti piccoli "buchi" sulla superficie della pasta. A questo punto io ho spolverizzato con un paio di cucchiai di zucchero la superficie "bucherellata", versato la panna fresca e cosparso con altri 3 cucchiai di zucchero la superficie della torta.


Infornare in forno caldo a 200° per circa 15/20 minuti (io 30). Levarla dal forno e lasciarla raffreddare. E' davvero ottima e secondo me la base si presta ad esser cotta anche con un velo di buona confettura....mi sa che prossimamente replico con questa variante!

Salée au sucre


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