Ho cercato e ricercato proprio tanto per trovare qualcosa che riassumesse la grandezza, la magnificenza, lo splendore di questo paese......Perché la verità è che non è facile parlare del Brasile, il quinto paese più grande al mondo, dove tradizione e progresso convivono mescolandosi in un mix che a volte diventa esplosivo. E allora vado avanti come sempre....seguendo le mie sensazioni e le mie emozioni. Se penso al Brasile penso ad un'esplosione di colori, che prendono vita dalle innumerevoli sfaccettature del suo territorio; penso alla presenza di una natura generosa e ricca di biodiversità, esplosiva nella sua imponenza; penso all'esplosione accecante del bianco delle sue infinite spiagge.....ma penso anche all'esplosività a stento contenuta delle storiche diseguaglianze tra una povertà endemica e un benessere economico che, secondo gli ultimi dati, è in continuo sviluppo. E questa povertà, che trova casa principalmente nelle regioni del nord e a ridosso delle grandi città, nelle "favelas", continua a sottolineare la presenza di profonde ingiustizie e di gravi problemi sociali. E proprio nelle "favelas" (immense baraccopoli che attorniano le periferie delle grandi città) si manifesta una delle piaghe più grandi di questo paese: la prostituzione minorile (il Brasile ha il peggior record di traffico sessuale minorile di tutti i paesi del mondo ad esclusione della Thailandia). A questo fenomeno si lega indissolubilmente un tasso di criminalità minorile molto elevato: "circa l'80% degli oltre 50.000 omicidi annui nel paese governato da Dilma Roussef coinvolgono ragazzi tra i 14 e i 24 anni, in special modo nelle periferie di città come Rio de Janeiro, Fortaleza, San Paulo".
Eppure, se penso al Brasile, la sensazione di gioia e allegria mi pervade....saranno i suoi colori, saranno le sue sonorità, sarà la sua frenetica sensualità che si libera nelle sue danze, che me lo rendono prezioso e me lo fanno amare. Ed è per questo che sono orgogliosa di ospitare, fino all'8 febbraio 2015, la tappa brasiliana dell'Abbecedario Culinario Mondiale. Chiunque può partecipare e venire a trovarmi, le regole per partecipare le trovate qui.
Vi aspetto numerosi per scoprire insieme il fascino di questo meraviglioso paese, e farò di tutto per rendere piacevole questo vostro soggiorno.
Eppure, se penso al Brasile, la sensazione di gioia e allegria mi pervade....saranno i suoi colori, saranno le sue sonorità, sarà la sua frenetica sensualità che si libera nelle sue danze, che me lo rendono prezioso e me lo fanno amare. Ed è per questo che sono orgogliosa di ospitare, fino all'8 febbraio 2015, la tappa brasiliana dell'Abbecedario Culinario Mondiale. Chiunque può partecipare e venire a trovarmi, le regole per partecipare le trovate qui.
Vi aspetto numerosi per scoprire insieme il fascino di questo meraviglioso paese, e farò di tutto per rendere piacevole questo vostro soggiorno.
Iniziamo con questo dolcetto molto ma molto conosciuto in Brasile: il Quindim (si dovrebbe pronunciare "chingì" almeno da quello che mi ha detto un mio amico brasiliano). Questa piccola delizia risale all'epoca della colonizzazione portoghese ed è la variante indigena di un dolce portoghese molto famoso chiamato "Brisa-do-Lis". L'uso di tuorli d'uovo è una caratteristica di molti dolci portoghesi, come il "papo de Anjo" (dioppio mento dell'Angelo) o i "fios de Ovos" (Fili d'uovo), e il Brisa-do-Lis è tutt'oggi un dolce a base di uova, zucchero e mandorle. La rivisitazione brasiliana con cocco e zucchero è stato probabilmente creato dagli schiavi africani nel 17° secolo nel Nord Est del paese, dove le noci di cocco erano abbondanti e la coltivazione della canna da zucchero era già molto sviluppata, e così la produzione di zucchero. Il termine Quindim deriva dalla lingua Bantu, e in origine indicava "i gesti, il comportamento o l'umorismo tipico delle ragazze adolescenti". Questo dolce è talmente amato in Brasile da diventare il contenuto di una famosissima canzone, composta da Ary Barroso per il cartoon di Walt Disney "I tre caballeros".
Di questa ricetta esistono diverse varianti, molte prevedono l'uso di latte concentrato, quella che vi propongo è il risultato di diverse ricerche e prevede l'uso di ingredienti e procedimento che hanno fonti differenti. Potete trovare qui, qui e qui le fonti dove ho attinto, e vi dico anche che questo dolce, in una variante uruguaya, me lo ha insegnato mia suocera, Mecha. Nella sua variante il cocco grattugiato viene cotto parzialmente in uno sciroppo di zucchero, fatto raffreddare e poi aggiunto alle immancabili uova. Dimenticavo....gli stampini vengono ricoperti di caramello e poi cotti a bagno-maria.
Per ora vi offro questo:
Quindim
Budino di cocco
Ingredienti per 6 Quindins
6 tuorli d'uovo
2 uova intere
40 gr di burro fuso
150 gr di cocco grattugiato
120 gr di zucchero
120 gr di zucchero
la scorza grattugiata di un limone verde
1 cucchiaio di succo di limone verde
Preparazione
Montare i tuorli d'uovo e le due uova intere con lo zucchero finché non saranno gonfie e ben chiare. Aggiungere il cocco grattugiato, che avrete precedentemente bagnato per idratarlo, il burro fuso e la scorza e il succo di limone (la ricetta originale prevede l'uso del lime, che non avevo, ma il limone verde ha fatto bene il suo lavoro!) Sbattere ancora per un paio di minuti e lasciare il composto riposare, coperto da un canovaccio, per un quarto d'ora.
Preparare gli stampini monoporzione, o un piccolo stampo da ciambella che viene chiamato "quindão", ungendoli con burro fuso e cospargendoli di zucchero, in modo tale che quando sformerete i quindins scivoleranno facilmente senza rompersi
Sistemare gli stampini in una pentola capiente, versare acqua bollente immergendoli per 2/3 e cuocerli in forno caldo a 180° per circa 50 minuti o finché uno stecchino infilato nel centro non uscirà completamente pulito. Prelevare gli stampini dall'acqua, farli raffreddare per una mezz'ora, poi delicatamente sformare i Quindins e decorare con scorzette di limone.

E, in ordine di arrivo, ecco la raccolta brasileira di questa tappa :)
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Rosa Maria: Vatapà
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