domenica 8 aprile 2012

La pastiera di grano di nonna Rosa per augurare a tutti Buona Pasqua

Questa ricetta tramandatami da mia nonna paterna, attraverso mia madre,  la conservo gelosamente da anni come un tesoro prezioso, magico perchè ogni anno, quando inizia la settimana santa e mi preparo a ripeterla sento rinsaldare quel vincolo speciale che mi lega alla mia famiglia, alla mia storia. 
Mia nonna Rosa, (porto il suo stesso nome) era una piccola donna gentile nonchè la quint'essenza della dolcezza, tanto da meritarsi il soprannome di "nonna caramella" da parte di noi nipoti. Usava tenere da parte, nel suo secretair in camera da letto, un sacchetto di cioccolatini al latte, quelli chiusi dalla carta stagnola colorata, che distribuiva a noi nipoti ogni volta che andavamo a trovarla. Quando ci chiamava nella sua stanza, austera e anche un poco oscura come le antiche stanze da letto di una volta, e apriva lentamente quel suo mobile che per noi rappresentava un mistero......tirando fuori i cioccolatini, era per noi il compiersi di una specie di magia....
Una delle sue doti speciali era l'abilità in cucina. Preparava un ragu' con la R maiuscola da sballo!!!! e la conserva di pomodori, gli arrosti, le pastiere e il "pasticciotto" una crostata di frolla delicatissima con crema pasticcera e amarene sciroppate,  che preparava lei ovviamente! E nel periodo di pasquale la casa profumava di acqua di fiori d'arancio, e noi ragazzi quando entravamo nel salone di casa restavamo affascinati da una schiera di ruoti pieni di pastiere profumate, che mia nonna aveva l'abitudine di regalare a tutte le persone care per augurare Buona Pasqua. Questa tradizione di famiglia è stata tenuta viva da mia madre prima e adesso continua con me....virtualmente una pastiera è anche per tutti voi. Buona Pasqua!!!

Pastiera di grano di nonna Rosa
pastiera di grano ricetta di famiglia
Genealogia di una cuoca
Ingredienti
per la frolla:
500 gr farina
250 gr sugna (in mancanza, burro)
200 gr zucchero
4 uova
la scorza di un limone grattuggiata

Per il ripieno
1 kg di ricotta di pecora
1 kg di grano cotto
1 kg di zucchero
8 uova
2 bustine di vanillina
cannella un pizzico 
la scorza di 1 limone grattuggiata
1 boccetta di acqua di fiori d'arancio
cedro candito
scorzette di arancia candite



Preparazione
Preparate la frolla mescolando gli ingredienti (farina a fontana, zucchero, sugna/burro, uova e scorza di limone) lavorandola sino a quando gli ingredienti saranno amalgamati. Far riposare al fresco per almeno 2 ore.
Montare la ricotta con lo zucchero, fino ad ottenere un composto liscio e senza grumi (eventualmente passarla al setaccio); aggiungere i tuorli delle uova, mescolando bene, poi gli aromi, il grano e la frutta candita, che avrete precedentemente tagliato a piccolissimi pezzi (io preferisco prendere la frutta candita intera e tagliarla poi, la trovo più saporita). Mescolare bene il composto e in ultimo aggiungere i bianchi d'uovo montati a neve dura. Rivestire la teglia, precedentemente imburrata e infarinata, con la frolla, versare dentro il composto di ricotta e grano fino ad 1 cm dall'orlo della teglia. Posizionare delle strisce di frolla sul composto a mo' di grata. Infornare in forno caldo a 180° per circa 2 ore, o più fino a quando il composto sarà sodo e la frolla dorata. Sfornare, far raffreddare e cospargere di zucchero a velo.






sabato 7 aprile 2012

Pollo alla Marengo....e saluto il Piemonte

Il piatto che ho preparato per salutare il Piemonte e  la nostra ospite è un piatto della provincia di Alessandria, legato alla famosa battaglia di Marengo (stavolta ho fatto anche i compiti di storia!!). Si racconta infatti che questo piatto fosse stato preparato per Napoleone al crepuscolo della storica giornata che ne determino' la vittoria: il 14 giugno 1800. Il  cuoco al seguito delle truppe francesi, poichè gli austriaci si erano impadroniti dei carri dell'intendenza, aguzzò l'ngegno e preparò a Napoleone e ai suoi generali il pasto serale, utilizzando gli ingredienti più disparati recuperati a caso abbinandoli in modo geniale, tanto da deliziare Napoleone e da far passare il piatto alla storia. La ricetta che vi presento, tratta dal mio solito libro* vede l'uso di un minor numero di ingredienti rispetto ad altre versioni, con uova e i gamberi di fiume,  ma vi assicuro che è gustosissima.

Pollo alla Marengo

Inredienti
Pollo novello da 1 kg e più
150 gr di funghi freschi (porcini)
1 cucchiaiata di prezzemolo tritato
1 bicchiere di vino bianco
1 cipollina
1 spicchio d'aglio
100 gr olio evo
sale, pepe
tazza di brodo (anche vegetale)
1 cucchiaio di farina bianca
1/2 bicchiere di marsala
fette di pane raffermo, fritte nell'olio o burro.

Preparazione
Dividere il pollo pronto per la cotture in 6-8 pezzi. Porre a fuoco una padella larga con olio, cipolla intera e aglio shiacciato; appena dorati, scartarli e mettervi i pezzi di pollo (non sovrapposti), salare, pepare e rosolarli a fuoco vivace da entrambo le parti. Bagnare con il vino bianco e, quando è evaporato, aggiungere il brodo e a tre quarti di cottura togliere i pezzi di pollo e mantenerli al caldo. Mettere nella padella i funghi puliti e tagliati a lamelle, la farina stemperata nel marsala e lentamente lasciar cuocere finchè i fungli siano morbidi, aggiungendo se necessita, ancora un poco di marsala, al fine di ottenere una salsa non troppo ristretta. Rimettere nella padella i pezzi di pollo e continuare la cottura per altri 15 minuti circa. Accomodare i pezzi di pollo sul vassoio caldo di portata, versarvi sopra la salsa con i funghi, cospargere con prezzemolo trito e servire subito, accompagnando con crostoni di pane fritti nell'olio o nel burro.

Abbededario culinario d'Italia
  *) Sana Alimentazione-Dizionario moderno di Gastronomia
      a cura di Borra-Lucchesi-Fornasari Ed. Paoline 1976

lunedì 2 aprile 2012

Abbecedario d'Italia: Bonèt...... e si sbarca in Piemonte!!!!


Eccoci in Piemonte! sarà una settimana di studio ridotto per l'Abbecedario: vacanze pasquali in arrivo, e quindi pastiere a gogo'.....ma mi sono impegnata a fare i compiti in anticipo per non scontentare la nuova maestra Stefy!!!! Anche per il Piemonte ho scelto come inizio un dolce tipico...e sì che ce ne sono proprio tanti...ma questo mi ha incuriosito :) prima della ricettina qualche notizia storica di questo dolce (ovviamente Santa Wikipedia riesce sempre a fare miracoli, specie quando il tempo non aiuta!):
Il bonèt è un budino di antichissima tradizione, tipico delle Langhe, a base di uova, zucchero, latte, liquore (solitamente rum) e amaretti. Le versioni più recenti portano il cacao o il cioccolato come altro ingrediente.
L'etimologia del nome è incerta e si sono avvicendate versioni molto diverse. In lingua piemontese il termine bonèt indica un cappello o berretto tondeggiante, la cui forma ricorda quella dello stampo a tronco di cono basso in cui viene cotto il budino. Infatti lo stampo di rame in cui venivano cotti i budini e i flan, veniva chiamato bonèt ëd cusin-a cioè cappello da cucina, berretto del cuoco. Il dolce avrebbe quindi preso il nome dallo stampo. Un'altra interpretazione diffusa nelle Langhe ritiene che il nome richiamasse il cappello perché il dolce veniva servito alla fine del pasto. Come si indossa il cappello da ultimo prima di uscire, così si mangiava il bonèt da ultimo prima di terminare il pranzo o la cena:  a cappello di tutto il resto.

 Bonèt
budino di amaretti*
Ingredienti
200 gr di amaretti (possibilmente di Gavi)
1/4 di litro di latte
6 uova
50 gr di zucchero
1 bicchierino di rum
3 cucchiaiate di cacao
                                                             Preparazione

 Mettere gli amaretti a bagno nel latte finchè siano sbriciolati. A parte montare i sei tuorli d'uovo con lo zucchero, quindi aggiugere il cacao e il rum. Montare i bianchi d'uovo a neve ben dura. Mescolare quindi il composto di latte e amaretti con i tuorli sbattuti con lo zucchero e per ultimo aggiungere, con molta delicatezza, i bianchi d'uovo montati a neve. Versare il composto in uno stamo da bordura, con il buco in mezzo, dove prima avrete fatto caramellare 3-4 cucchiai di zucchero, ricoprendo per bene tutti i bordi dello stampo. Cuocere a bagno-maria in forno caldo (180°) per circa 1 ora, ossia fino a quando il budino non si stacca dalle pareti e la superfice risulta ben soda al tatto (ma anche prova-stecchino). Lasciare raffreddare un poco, quindi sformarlo delicatamente su un piatto da portata. Servire freddo.




  *) Sana Alimentazione-Dizionario moderno di Gastronomia
      a cura di Borra-Lucchesi-Fornasari Ed. Paoline 1976
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