lunedì 2 aprile 2012

Abbecedario d'Italia: Bonèt...... e si sbarca in Piemonte!!!!


Eccoci in Piemonte! sarà una settimana di studio ridotto per l'Abbecedario: vacanze pasquali in arrivo, e quindi pastiere a gogo'.....ma mi sono impegnata a fare i compiti in anticipo per non scontentare la nuova maestra Stefy!!!! Anche per il Piemonte ho scelto come inizio un dolce tipico...e sì che ce ne sono proprio tanti...ma questo mi ha incuriosito :) prima della ricettina qualche notizia storica di questo dolce (ovviamente Santa Wikipedia riesce sempre a fare miracoli, specie quando il tempo non aiuta!):
Il bonèt è un budino di antichissima tradizione, tipico delle Langhe, a base di uova, zucchero, latte, liquore (solitamente rum) e amaretti. Le versioni più recenti portano il cacao o il cioccolato come altro ingrediente.
L'etimologia del nome è incerta e si sono avvicendate versioni molto diverse. In lingua piemontese il termine bonèt indica un cappello o berretto tondeggiante, la cui forma ricorda quella dello stampo a tronco di cono basso in cui viene cotto il budino. Infatti lo stampo di rame in cui venivano cotti i budini e i flan, veniva chiamato bonèt ëd cusin-a cioè cappello da cucina, berretto del cuoco. Il dolce avrebbe quindi preso il nome dallo stampo. Un'altra interpretazione diffusa nelle Langhe ritiene che il nome richiamasse il cappello perché il dolce veniva servito alla fine del pasto. Come si indossa il cappello da ultimo prima di uscire, così si mangiava il bonèt da ultimo prima di terminare il pranzo o la cena:  a cappello di tutto il resto.

 Bonèt
budino di amaretti*
Ingredienti
200 gr di amaretti (possibilmente di Gavi)
1/4 di litro di latte
6 uova
50 gr di zucchero
1 bicchierino di rum
3 cucchiaiate di cacao
                                                             Preparazione

 Mettere gli amaretti a bagno nel latte finchè siano sbriciolati. A parte montare i sei tuorli d'uovo con lo zucchero, quindi aggiugere il cacao e il rum. Montare i bianchi d'uovo a neve ben dura. Mescolare quindi il composto di latte e amaretti con i tuorli sbattuti con lo zucchero e per ultimo aggiungere, con molta delicatezza, i bianchi d'uovo montati a neve. Versare il composto in uno stamo da bordura, con il buco in mezzo, dove prima avrete fatto caramellare 3-4 cucchiai di zucchero, ricoprendo per bene tutti i bordi dello stampo. Cuocere a bagno-maria in forno caldo (180°) per circa 1 ora, ossia fino a quando il budino non si stacca dalle pareti e la superfice risulta ben soda al tatto (ma anche prova-stecchino). Lasciare raffreddare un poco, quindi sformarlo delicatamente su un piatto da portata. Servire freddo.




  *) Sana Alimentazione-Dizionario moderno di Gastronomia
      a cura di Borra-Lucchesi-Fornasari Ed. Paoline 1976

7 commenti:

  1. adoro il Bonèt!!! Il tuo è un vero capolavoro.
    Un abbraccio, Chiara

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  2. Ma grazie Chiara:)) veramente è la prima volta che lo faccio e non ho nessun termine di paragone, visto che non l'avevo mai provato!!! se provi la ricetta fammi sapè che ne pensi!
    un abbraccione
    Rosa

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  3. Mi piace moltissimo il bonèt.. il suo sapore unico mi inebria.. il tuo fantastico

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  4. Antonella grazie :) spero di aver azzeccato la scelta della ricetta....se la provi, mi fai sapere che ne pensi? tu sicuramente più di me hai termini di paragone, da noi quì al sud il bonèt non è proprio conosciuto.....
    un bacione

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  5. ciao Rosa Maria, ho visto molte ricette del bonet e mi sono chiesta - da non piemontese- se la consistenza giusta sia quella omogenea o quella a due strati come vedo nella tua fotografia. La versione che conserva gli amaretti in fase separata mi sembra comunque più accattivante perché unisce due consistenze diverse .

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  6. Da non piemontese non so risponderti.....questa è stata la mia prima esecuzione del bonet . Ho notato però, che come tutti i dolci al cucchiaio simili nella preparazione al classico creme caramel, tendono a "separare" i composti che hanno consistenze diverse....penso al "flan de almendras" un dolce messicano o al flan de coco, dove inevitabilmente nella cottura a bagno maria la parte non liquida tende a "salire" durante la cottura realizzando una parte più "granulosa" che sembra quasi una base del dolce.....Probabilmente se si aggiunge qualche addensante come amido di mais, o farina, hai un composto più omogeneo. O forse ho sbagliato nella realizzazione?? non so, so solo che era davvero buono. Grazie comunque di essere passata e magari il tuo nome, la prossima volta che ti trovi qui, sarebbe bello conoscerlo :)

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    1. Scusami, mi chiamo Giovanna. Io lascerei i dolce così com'è perché così il gusto degli amaretti rimane intenso e con una bella nota di mandorla. Del resto in tutte le ricette dei siti di pasticceria più autorevoli, si raccomanda di non tritare gli amaretti ma di spezzarli e facendo così, è inevitabile che si separino. A presto

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