La Fiera del Crocefisso è una fiera antichissima che si svolge a Salerno, nel cuore della città antica, per tutto il mese di Marzo per i quattro venerdì di Quaresima ed io per questo mese di Marzo vi regalero', ogni venerdì, un pezzetto di storia della mia città insieme ad una ricetta legata alla tradizione culinaria salernitana.
Tra Storia e Leggenda
Acquedotto Medievale o "Ponte dei Diavoli" |
La leggenda lega la Fiera del Crocifisso alla figura di Pietro Barliario, alchimista e architetto salernitano del X secolo, che si dice avesse fatto una sorta di patto col diavolo per riuscire a costruire l'antico Acquedotto Medioevale di Salerno, ancora oggi conosciuto come "Ponte dei Diavoli". Secondo il racconto il Diavolo, amico di Barliario in tante malefatte, si vendicò di lui in maniera atroce.
Chiesa di San Benedetto |
Un giorno in cui il mago era assente, due suoi nipoti (un'altra versione parla di figli), Fortunato e Secondino, rimasti soli nel laboratorio, vi rimasero a giocare per passare il tempo: ma, aperto un libro magico (o, più verosimilmente, toccando delle sostanze sicuramente tossiche) caddero morti, colpiti da sincope. Quando Pietro tornò a casa e scoprì i due corpicini, ne impazzì letteralmente per il dolore: nel giro di pochi giorni divenne spaventosamente più vecchio finchè, vinto dal dolore, si trascinò nella vicina Chiesa di San Benedetto, dove si gettò ai piedi del crocifisso dipinto che era sull'altare.
"Crocifisso di Pietro Barliario" Museo Diocesano |
Scalzo e vestito di cenci, per tre giorni e tre notti il mago rimase a vegliare e pregare ai piedi della sacra immagine, piangendo e battendosi il petto con una pietra per penitenza, e chiedendo il perdono dei peccati. E, all'alba del terzo giorno, avvenne il miracolo: il volto del crocifisso alzò la testa ed aprì gli occhi, in segno di perdono. Da quel momento in poi, Pietro cambiò completamente la propria vita, diventando monaco ed entrando stabilmente in quello stesso Monastero di San Benedetto, ove visse il resto della sua lunghissima vita. Questa leggenda, tramandata dapprima oralmente (solo nel XIX secolo ne vennero scritte poesie e drammi) divenne ben presto popolarissima. Il Miracolo di Barliario attirò in città moltissimi pellegrini, desiderosi di ammirare o pregare davanti all'immagine miracolosa di Cristo. L'afflusso di gente fu tale che, oltre ai fedeli stessi, confluirono in città anche molti artigiani e mercanti di vario genere: da qui nacque la Fiera del Crocifisso, che si svolge ancor oggi i quattro venerdì di Quaresima (fonte Wikipedia)
........e dopo la leggenda, la ricetta:
Spaghetti aglio, olio, peperoncino e acciughe di Cetara
Gli ingredienti sono ingredienti semplici, facilmente reperibili, e testimonianza della cucina "povera"......si fa' per dire :) della mia regione
per 4 persone
400 gr spaghetti
8 filetti di acciughe sotto sale (vanno bene anche sott'olio) preferibilmente di Cetara
1 spicchio di aglio
1 ciuffetto di prezzemolo
6 cucchiai di olio evo (abbondate senza problema, la pasta deve scivolare ben benino!)
peperoncino a gusto
pangrattato.
per 4 persone
400 gr spaghetti
8 filetti di acciughe sotto sale (vanno bene anche sott'olio) preferibilmente di Cetara
1 spicchio di aglio
1 ciuffetto di prezzemolo
6 cucchiai di olio evo (abbondate senza problema, la pasta deve scivolare ben benino!)
peperoncino a gusto
pangrattato.
Procedimento
Mettere a bollire abbondante acqua. Nel frattempo, dissalare le acciughe, sciacquarle sotto l'acqua corrente, tamponarle con carta assorbente e tagliarle a pezzetti piccoli. Sciacquare il prezzemolo e tritarlo. Mettere sul fuoco una padella capiente con olio, aglio tagliato a metà e peperoncino. Far soffriggere fin quando l'aglio non sarà dorato. A questo punto gettare dentro le acciughe e cucinare a fuoco medio fino a quando non saranno quasi disciolte nell'olio. Spegnere il fuoco. Calare la pasta nell'acqua che bolle, salare e cuocere. Mentre cuoce la pasta, versare il pangrattato in una padella anti-aderente e farlo tostare. Deve essere dorato. Scolare la pasta al dente senza che diventi troppo asciutta (add' sciulià......diciamo noi!), riversarla nella padella con l'olio, accendere di nuovo il fuoco, aggiungere il prezzemolo tritato e spolverizzare con il pangrattato tostato. Spadellare bene e servire.
Facile, veloce...anzi velocissima e gustosissima!
Buona la pasta e bello il tema che hai scelto di raccontare! brava mamma!
RispondiEliminaGrazie ciccina :) mi metto a studiare per la prossima storia per il prossimo venerdì! Un bacio
RispondiEliminaBella questa storia, non la conoscevo, racconto che ti prende e ti porta fino alla fine. Complimenti Rosa!!
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