Ecco che mi assale l'ansia.....sarò in grado di essere una padrona di casa ospitale come lo sono state le compagne di viaggio che mi hanno preceduta???? Dopo i km macinati in giro per l'Italia e aver visitato la Valle d'Aosta , il Trentino Alto-Adige, il Veneto, il Piemonte, la Toscana, l' Umbria e la Liguria finalmente è arrivato il mio turno e spero di ricambiare l'ospitalità ricevuta in giro per l'Italia. Quando ho deciso di partecipare al progetto della Trattoria Muvara mi sono candidata ad ospitare il Molise, regione che pur non conoscendo molto bene, fa parte del mio DNA.... mia nonna materna era molisana e in qualche modo qualcosa di questa piccola regione è dentro di me. Per i prossimi 15 giorni cercherò di rendere la vostra permanenza in Molise piacevole e rilassante, raccontandovi anche qualche ricordo della mia infanzia legata alle mie radici molisane e condividendo con voi qualche ricetta di famiglia. Per partecipare alla raccolta del Molise pubblicate la ricetta
sul blog, aggiungendo il logo dell'Abbecedario ed un link a questo post,
e poi lasciate un commento qui da me con il link della vostra ricetta.....vi ospitero' con immenso piacere fino a domenica 3 giugno!!!! Siete pronti a seguirmi numerosi????
Bene allora.....che il viaggio dell'Abbecedario continui!!!!!
Piccola introduzione storico-cultural-geografica su Isernia,
con l'impagabile contributo di Wikipedia, e Comune di Isernia
con l'impagabile contributo di Wikipedia, e Comune di Isernia
Isernia (Aesernia in latino; Aisernio in osco; Esernius secondo Plinio; Serni secondo l' Itinerario Antonino; Sèrnia in dialetto isernino) sorge su uno sperone spartiacque fra il Càrpino e il Sordo, a nord dei Monti del Matese, in una rigogliosa area collinare, non lontano dal confine regionale con l’Abruzzo, il Lazio e la Campania. Circondata da un paesaggio incontaminato e da piccoli paesi, affonda le radici nel più lontano passato. Le sue origini risalgono al paleolitico, e i primi insediamenti ad almeno 700.000 anni fa. Fu fiorente città sannita fin dal V sec. a. C. capitale della Lega Italica, Municipium romano sotto l'imperatore Traiano, e dopo la caduta dell'Impero Romano, Isernia visse alterne vicende: dalla distruzione per opera dei Vandali e dei Saraceni, alla rinascita in epoca longobarda, per decrescere nuovamente sotto il dominio normanno. Dopo vari passaggi di proprietà della città tra un feudatario ed un altro, nel 1519 fu annessa da Carlo V al Regno di Napoli. Alla fine del XVII secolo, era la città più popolosa del Contado di Molise. Oppose resistenza ai francesi nel tentativo di conquista del Regno di Napoli, così come oppose resistenza anche nel 1860, in virtù della reazione borbonica contro i Piemontesi. Nel giorno 10 settembre 1943, durante la seconda guerra mondiale, Isernia subì un pesantissimo bombardamento da parte degli alleati, che
rase al suolo quasi un terzo dell'abitato e provocò la morte di un
numero altissimo di persone. Per questo motivo nel 1960 il comune di Isernia è stato insignito della Medaglia d'oro al valor civile. Fortunatamente la parte bassa della città
ha mantenuto in parte il suo antico aspetto ed ancor oggi è
contraddistinta dagli stretti vicoli, così caratteristici.
Piccola passeggiata in città
Premettendo che non conosco personalmente Isernia, e spero di farlo presto, ho cercato di immaginare come avrei organizzato il mio giro da "turista" nella città:)........e conoscendo la mia smisurata passione per tutto quello che rappresenta espressione delle abilità artigiane di un luogo, andrei in giro ad ammirare e a scoprire la "città dei merletti"

"....tutte le
donne di Isernia lavorano a tombolo; la luce viva elimina i fili che
congiungono i fuselli alle trine. Sul tombolo il merletto fiorisce per una
specie di sortilegio, per questo moto musicale aereo delle dita e il sorriso
savio delle bocche mute." (da
"Viaggio in Molise")
Il tombolo di Isernia ha origini antichissime Da antichi inventari del 1300 e1400 compare la
voce “Radizellis”, che sarebbe il reticello; questo ci dà un’idea che già
allora esistesse una forma di merletto. Il merletto a tombolo
iniziò il suo splendore a partire dal 1400 e la tradizione vuole che esso
sia stato diffuso dal convento di S. Maria delle Monache, le quali insegnarono
l'arte del tombolo alle giovani donzelle. A quel tempo le rigidi leggi feudali
imponevano alle giovani nobili la vita conventuale, dove la principale
occupazione quotidiana, era la lavorazione del merletto. Esiste
documentazione storica che attesta che nel 1503 le monache producevano pizzi e
merletti. Da qui è nata la scuola molisana che ancora oggi perpetua la
tradizione e trova clientela in tutto il mondo. La trina isernina
è realizzata con un filo sottile e lucente di color avorio, che viene
prodotto ad Isernia. Questo filato dona lucentezza ed unicità al
merletto.
Cercherei poi di ripercorrere la storia di Isernia attraverso i suoi più rappresentativi monumenti:


L' Eremo dei Santi Cosma e Damiano, situato su una collina poco distante dall'abitato, dove i due fratelli medici subirono il martirio sotto Diocleziano. La Chiesa fu costruita sui ruderi di un tempio pagano molto antico, ma si hanno notizie della costruzione soltanto dal 1130. Questo tempio era dedicato al culto di Priapo,
dio protettore della virilità. Con l'avvento del Cristianesimo, tale
culto è continuato e non a caso furono scelti i due santi medici come
titolari della nuova Chiesa.

provenienti dal sito archeologico La Pineta e
comprende sia una sede museale di Santa Maria delle Monache, sia
l'area di "La Pineta", dove proseguono gli scavi del paleosuolo. Il museo è stato inaugurato nel 1999 e la struttura, realizzata presso il sito di La Pineta, è
concepita come un laboratorio nel quale i visitatori possono assistere
ai lavori e dove i reperti provenienti dallo scavo possono essere restaurati, studiati ed esposti direttamente al pubblico.sul posto direttamente

Terminerei poi la mia giornata a zonzo per Isernia addentrandomi nei caratteristici vicoli della città, che per molti versi hanno un certo nonsochè di conosciuto e familiare.....
cos'ì com'è familiare la ricetta di "Benvenuti in Molise" che ho scelto per la regione che ospito.
La ricetta per il Molise
Vi
ho già anticipato che nelle mie vene scorre sangue molisano. Mia nonna
Malvina era molisana e precisamente di San Martino in Pensilis (CB). Il
suo ricordo è molto intenso e vivo, anche perché ho condiviso con lei
gli ultimi quattro anni della sua vita. Donna gentile e riservata, ma
anche tenace ed emancipata, ha vissuto la sua vita dividendosi tra il
lavoro di maestra elementare, l'educazione di otto (!!!!!) figli, e una
vita "nomade" in giro tra le varie stazioni ferroviarie, visto che suo
marito, nonché mio nonno, era capostazione. Non deve essere stato facile
per lei conciliare le molteplici sfaccettature del suo essere donna,
madre, insegnante in una epoca martoriata dalla guerra e da una cultura
che voleva la donna relegata in casa. Nonostante tutto è riuscita,
insieme al nonno, a costruire una famiglia unita, aperta e accogliente.
Era una buona cuoca, anche se il livello non era paragonabile a quello
di nonna Rosa, che a differenza sua, aveva tutto il tempo a disposizione
per perfezionare e curare le sue abilità culinarie. Tuttavia non posso
dimenticare alcuni suoi piatti, tipicamente molisani, che hanno
accompagnato tutta la mia vita e, alcuni di quelli sono entrati a far
parte della tradizione di famiglia: la lasagna in brodo molisana, piatto
tradizionale di Capodanno, le rose dolci che si preparano nel periodo
di natale, insieme ai calzoncelli coi ceci, il suo liquore di rosa, e
questa zuppa che fa parte del mio piccolissimo patrimonio culinario.
Zuppa di Cardoni
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Genealogia di una cuoca |
Ingredienti per 4/6 persone
Per il brodo di pollo:
2 petti di pollo, 1 ala di pollo
1 patata
1 carota
1 cipolla piccola
1 ciuffo di sedano
1-2 pomodorini
1 ciuffo di prezzemolo
5 lt di acqua
Per le polpettine:
350 gr di carne di vitello macinata
mollica di pane raffermo
3 uova
Per la zuppa:
1 kg di cardoni
4 uova
parmigiano grattugiato 6-8 cucchiai
sale, pepe
Preparazione.
Preparate un brodo di pollo con gli ingredienti necessari e lasciate cuocere fino a quando il pollo non è tenero, avendo cura di non far restringere troppo il brodo e, se necessario, aggiungete acqua in modo da mantenere una quantità di circa 3- 3,5 lt di brodo. Salate poco e tenete da parte.
Preparate le polpettine mescolando la carne tritata, mollica di pane abbondante (se troppo duro il pane, mettetelo brevemente a bagno in acqua), sale, pepe, le uova intere, 4-5 cucchiai di parmigiano grattugiato. Mescolare bene e preparare piccole polpettine della grandezza di una nocciola, o poco poco più grandi. Tenete da parte coperte da un panno.
Pulite i cardoni, eliminando per bene tutti i filamenti, tagliateli a pezzetti di circa 5 cm di lunghezza e scottateli in acqua leggermente salata giusto per un paio di minuti, in modo da non cuocerli completamente. Scolateli e tenete da parte.
Filtrare il brodo di pollo in una pentola sufficientemente capiente e rimetterlo sul fuoco. Spezzettare a piccoli filetti il petto di pollo e l'ala, avendo cura di eliminare la pelle. Quando il brodo torna a bollire, immergervi le polpettine, facendole cuocere per 5-6 minuti a bollore leggero; aggiungere poi i cardoni precedentemente tagliati a pezzetti e lasciare sobollire per 5-6 minuti; aggiungere infine il pollo spezzettato. Coprire e lasciar cuocer circa 15/20 min a bollore leggero. Aggiustare di sale. Sgusciare le uova in una ciotola, salare e pepare leggermente, aggiungere il parmigiano grattugiato e sbatterle con un frusta. Sempre sbattendole, farle cadere a filo nella zuppa che è sul fuoco, avendo cura di continuare a mescolare una volta che siano state aggiunte alla zuppa. Continuare a mescolare per un paio di minuti finché l'uovo non sia ben rappreso e formi una "stracciatella" uniforme. Servire la zuppa ben calda.
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Abbecedario culinario d'Italia |