Per molti un viaggio in India è più un viaggio dell'anima che il classico tour da #turistivoracidiviaggimordiefuggi!!! Personalmente non ho mai sentito forte il richiamo "della foresta", noto a molti, verso questo paese. Eppure, inutile dirlo, subisco indiscutibilmente il suo fascino. Lo subisco attraverso la sua cucina, speziata ed elegante, che ho imparato ad amare nel tempo; lo subisco attraverso le immagini di luoghi bellissimi dove immagino che "ritrovarsi con sé stesso" diventa una esperienza "mistica"; lo subisco attraverso i mille intensi colori di questa terra, intensi e vivi....quasi a voler far dimenticare di essere un paese attanagliato da infinite contraddizioni e problemi, dove "le caste" la fanno da padrone nel segnare pesantemente il destino delle persone, dove la condizione femminile è particolarmente fragile e la mortalità infantile è tra le più alte al mondo. Eppure l'India è anche un paese dove convivono più religioni, più lingue (lo stato indiano ne riconosce ufficialmente 23); un paese che ha permesso la convivenza di culture diverse, lasciando che la contaminazione "buona" gettasse le basi per la conoscenza reciproca di culture anche molto distanti. Il mio soggiorno in India non vi parlerà di posti in particolare, ma cercherà di viaggiare sulla direttrice delle emozioni e delle sensazioni che provo ogni volto che "incontro" questo paese. E come è mia abitudine, ogni volta che arrivo a casa dell'ambasciatore di turno impacchetto un piccolo regalo....per Cinzia, che ospita questa seconda tappa dell'Abbecedario Culinario Mondiale, ho scelto una poesia, molto bella secondo me.....una poesia nata dalla mente illuminata di Mahatma Gandhi, il fautore della resistenza-non violenta, che ha regalato all'India, nel 1947, l'indipendenza politica dall'Impero Britannico.
Un dono
"Prendi un sorriso, regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio, mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore e fallo conoscere al mondo."
Mahatma Gandhi
Ho scelto di realizzare questa zuppa, originaria della regione del Punjab, di cui esistono diverse varianti. La ricetta realizzata è tratta dal libro "Il Mangiamondo" di Sandro Masci Ed. Newton Compton, libro molto noto tra i viaggiatori dell'Abbecedario! Il nome di questa zuppa, che nel libro viene chiamata solo Chole, è tratto da qui, insieme alle notizie di provenienza della ricetta.
Zuppa di patate e ceci
Ingredienti
250 gr di ceci lessi
1 cipolla tagliata
2 patate
1 cucchiaino di semi di senape
3 capsule di cardamomo
2 fogli di alloro
3 chiodi di garofano
1 cucchiaino di garam masala
olio di semi (io olio evo)
sale
Preparazione
Bollire le patate per 15 minuti. Quando saranno cotte spegnere il fuoco e lasciarle in acqua. Scaldare in una padella l'olio e tostarvi i semi di senape. Aggiungere le foglie di alloro, il cardamomo, i chiodi di garofano e dopo qualche minuto la cipolla e le spezie miste. Far cuocere per 3 minuti ed aggiungere i ceci con il loro liquido di cottura (io ho lessato i ceci secchi ma potete utilizzare anche una latta di ceci già cotti). Tagliare le patate in piccoli pezzi e aggiungerle nella padella. Continuare a mescolare i ceci a fuoco medio per 5-7 minuti senza coprire (io ho fatto cuocere di più aggiungendo un poco d'acqua). Aggiustare di sale e servire.
Grazie, Rosa, per la zuppettina che oggi mi gusterò in questa giornata uggiosa e soprattutto per le toccanti parole della poesia che mi hai dedicato, e che penso (ri)dedicherò a tutta la carovana dell'abbecedario quando lasceremo questo paese così fascinoso!
RispondiEliminaFelice che il mio "Dono" ti sia piaciuto Cinzia! Per me "viaggiare" significa questo......a presto con la prossima ricetta!
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