giovedì 27 novembre 2014

Curried Eggs....uova al curry

Curried Eggs: uova al curry



Si, decisamente il viaggio è qualcosa che apre la mente.....io per esempio non avrei mai immaginato di poter servire delle uova sode ripassate in un curry dal sapore leggero, accompagnate da riso in bianco.....oddio, ora che ci penso le uova sode nell'insalata di riso ci dicono eccome!!!! Ma questo modo di cucinarle non era contemplato nella mia testoline e mi è molto piaciuto.....mi ricorda vagamente i sapori dell' ormai lontana cucina indiana, la cui influenza però si ritrova molto nella cucina australiana. La ricetta l'ho trovata su questo sito dedicato alla raccolta di vecchie ricette della tradizione australiana, insieme ad un'altra che penso realizzero' nei prossimi giorni. Questo gustoso piatto lo porterò ad Haalo, padrona di casa di questa tappa dell'Abbecedario Culinario Mondiale. Spero gradisca come abbiamo gradito oggi noi :)



Curried Eggs: uova al curry

Ingredienti
3 uova
1/2 cipolla piccola (tritata)
1/2 mela piccola (tritata)
1/2 pomodoro affettato o 1 cucchiaino da te di salsa di pomodoro
(io ho usato 2 datterini sodi)
1 cucchiaino da tè di cocco grattugiato
1 cucchiaino da tè di polvere di curry
1 cucchiaino da tè di farina
1/2 cucchiaino da tè di sale
1 cucchiaino da tè di burro
1 tazza e 1/2 di acqua, brodo o latte (io acqua)


Curried Eggs: uova al curry

Preparazione
Bollire le uova per 10 minuti, in modo che siano belle sode. Mettere da parte a raffreddare.  Sciogliere il burro in una padella antiaderente e dorare la cipolla per 2 minuti. Aggiungere quindi la mela, il cocco grattugiato, il curry e il pomodoro e friggere per 3 minuti, girando sempre. Aggiungere a questo punto la farina e il sale, versare metà del liquido, mescolare bene e portare a bollore. Aggiungere infine la restante parte del liquido scelto e far sobbollire per circa 30 minuti. Nel frattempo sgusciare le uova, tagliarle in 4 e 5 minuti prima che finisca la cottura del curry, immergerle dentro, facendole insaporire e cercando di non farle rompere. Io le ho irrorate con il sughetto, senza girarle. Servire le uova al curry accompagnate da riso bollito o pilaf.

Curried Eggs: uova al curry

sabato 22 novembre 2014

Golden Syrup

Golden Syrup

Cosa fate quando volete realizzare un piatto ma vi manca un ingrediente? Vi mettete alla ricerca gironzolando trai vostri fornitori di fiducia. E se non riuscite a trovarlo neanche lì? Allora vi dirigete, piene di buona volontà e di speranza nei posti più forniti di specialità, Ma.....capita a volte che neanche lì riuscite a trovarlo e allora???? Due possibili soluzioni:  
  1. desistete imprecando a denti stretti e pensando "ma perché vivo qui e non a Roma? o magari a Milano o Bologna?
  2. visto che non potete sbaraccare casa per una bottiglia di Golden Syrup, vi armate di santa pazienza e cominciate a cercare qualche ricetta per potervelo fare da voi!!
Ecco la ricetta del Golden Syrup, trovata qui, che altro non è che zucchero invertito. Ovviamente questo preparato casalingo non ha la purezza di quello prodotto a livello industriale, ma si avvicina abbastanza con un risultato finale di tutto "rispetto". Per approfondire l'argomento vi rimando qui.


Golden Syrup

Golden Syrup


Per il caramello
200 gr di zucchero
50 gr di acqua
Per lo sciroppo
1000 gr di zucchero
50 gr di succo di limone
600 gr di acqua bollente

Preparazione
Cominciate preparando il caramello, che sarà la base del vostro sciroppo. Versate i primi 200 gr di zucchero con i 50 gr di acqua a temperatura ambiente in una pentola molto capiente e a bordi molto alti. Mettete su fuoco a fiamma basse per far caramellizzare lo zucchero, che dovrà avere un bel colore dorato intenso. Quando il caramello è pronto versate dentro l'acqua bollente, facendo molta attenzione, girando con un cucchiaio dal manico lungo. Subito dopo aggiungete lo zucchero e il succo di limone e iniziate la cottura a fuoco moderato. Deve cuocere ad una temperatura ideale compresa tra i 110° e i 115°, per cui è bene dotarsi di un termometro da cucina. Mescolate ogni tanto e lasciate cuocere a temperatura costante per circa 1 ora, quando lo sciroppo dovrà presentarsi con la consistenza di un miele liquido. Lasciatelo raffreddare e versatelo quindi in barattoli di vetro precedentemente sterilizzati. Chiudete e mettete da parte il vostro sciroppo per almeno 2 giorni, tempo necessario per farlo stabilizzare e compattare, Con questa dose ho ricavato 3 barattoli di circa 230 gr e uno piccolo da 110 gr. 

Golden Syrup

p.s.: pare che più matura e più è buono!!! 
Dimenticavo....cosa c'ho fatto? per ora questi, poi si vedrà :)

mercoledì 19 novembre 2014

Anzac Biscuits....a traditional Aussie recipe


E ci siamo, siamo sbarcati in Australia.....volo lungo ma piacevole in compagnia di viaggiatori eccezionali. Sbarco a Canberra da Haalo padrona di casa di questa terza tappa dell'Abbecedario Culinario Mondiale. E adesso dovrei parlare dell'Australia, di questo sconfinato paese (è il 6° al mondo per estensione) dove il paesaggio passa dalla montagna, al deserto, alle pianure sconfinate, per finire alla Grande Barriera Corallina,  la più grande formazione di corallo al mondo e considerato uno dei monumento australiani. Ma lascio questo compito ad altri. Io mi limitero' a cercare di raccontarvi le ricette scelte per questo soggiorno australiano e come sempre, ogni ricetta sarà accompagnata da un piccolo regalino per il padrone di casa. Per Haalo ho scelto una canzone di una band asutraliana dal nome assolutamente intrigante "My friend the Chocolate Cake". Il brano che ho scelto per questa prima tappa mi riporta alla mente le sonorità di un'altra Band molto famosa The Cafè Penguin Orchestra......ascoltate e immaginate di viaggiare tra praterie e deserti, fino ad arrivare al mare........ma quant'è bello fantasticare!!!!

The Romp
My friend the Chocolate Cake

La ricetta che ho scelto per questa prima sosta da Haloo è una ricetta tradizionale australiana gli "Anzac Biscuits". Questi biscotti, molto famosi in tutta l'Australia, sono legati ad una ricorrenza particolare l'Anzac Day, che commemora lo sbarco dei soldati australiani e della Nuova Zelanda a Gallipoli in Turchia il 25 Aprile 1915 durante il primo conflitto mondiale. Con l'acronimo Anzac (Australian New Zeland Army Corps) venivano indicati appunto tutti i soldati  impegnati in quel conflitto e nella seconda guerra mondiale. Il senso patriottico era molto forte a quei tempi, e la comunità tutta, comprese mogli, madri e fidanzate, contribuiva come poteva al benessere delle truppe lontane. La più grande preoccupazione era per l'alimentazione dei soldati. Ogni cibo che si inviava doveva essere trasportato in navi della Marina Mercantile, che non avevano strutture refrigeranti e che viaggiavano, quando andava bene, ad una velocità di 10 nodi (18,5 km/ora). I cibi inviati non rimanevano a lungo commestibili e questo era un problema per garantire un'adeguata alimentazione a chi combatteva. La soluzione a questo problema fu trovata da una donna che suggerì di preparare dei biscotti con buoni valori nutrizionali. La base di partenza di questa ricetta era una ricetta scozzese con fiocchi d'avena (molto utilizzati in Scozia principalmente per preparare una polenta molto usata per contrastare il clima estremamente freddo). Gli ingredienti scelti erano fiocchi d'avena, farina, noce di cocco, burro, golden syrup o melassa, bicarbonato di sodio e acqua bollente, tutti ingredienti non facilmente deperibili. In un primo momento questi biscotti furono chiamati Soldier's Biscuits, biscotti dei soldati, ma dopo lo sbarco a Gallipoli sono stati rinominati Anzac Biscuits. La caratteristica di questi biscotti è che non hanno uova per legare il composto, che viene "legato" dal golden syrup o dalla melassa. A quei tempi infatti le uova scarseggiavano poiché molti allevatori si erano uniti alle truppe. Inoltre per garantire che questi biscotti, altamente energetici, arrivassero nelle migliori condizioni possibili, venivano impacchettati e sistemati in barattoli di latta chiamati Billy Tea come questi:




           













Ingredienti per circa 20 biscotti
125 gr di burro
2 cucchiai da tavola di golden syrup
1 cup di cocco grattugiato
2 cucchiaini da te di bicarbonato di sodio
1 cup di farina 00 
(plain four dovrebbe essere la farina 0 che io non avevo)
1 cup di fiocchi d'avena
1 cup di zucchero (di canna io)
2 cucchiai da tavola di acqua bollente
per le conversioni cup/gr io ho utilizzato questa tabella


Preparazione
Setacciare la farina in una insalatiera, aggiungere lo zucchero, i fiocchi d'avena e il cocco grattugiato. Sciogliere il burro, aggiungere il golden syrup e l'acqua. Mescolare bene e sciogliere dentro il bicarbonato di sodio. Versare il composto liquido su quello secco, mescolare e amalgamare bene con le mani. Procedere prendendo una noce di composto e schiacciandolo tra le mani in modo da dargli una forma rotonda. Posizionare i biscotti su una teglia da forno ricoperta di carta forno. Infornare in forno caldo a 170° per circa 20 minuti (la prossima volta un po' meno io). Far raffreddare su una gratella per dolci, prelevando i biscotti dalla teglia dopo qualche minuto, perché essendo molto morbidi tendono a rompersi. Diventeranno croccanti raffreddandosi. Sono deliziosi e mentre sono in forno si sprigiona un profumo che non vi dico!


domenica 16 novembre 2014

Chawal ki Kheer.....Namasté Shukriya

Regalo questo post alla raccolta della Fattoria come contributo per il dessert.

Chawal ki Kheer: riso al latte

Per l'ultimo giorno del nostro viaggio in India, da Cinzia meravigliosa padrona di casa di questa tappa dell'Abbecedario Culinario Mondiale, ho preparato un riso al latte. Si perché c'ho la fissa del riso al latte, mi piace troppo forse perché mi riporta alla memoria la mia infanzia e mia nonna Malvina, ma questo ve l'ho già raccontato qui, o perché semplicemente lo trovo un dessert confortevole, che parla di casa. E nei miei viaggi mi piace sperimentare le varie ricette di questa pietanza....in fondo è un modo per trovare un filo conduttore che unisce popoli, luoghi e culture diverse :) Vi piace il mio elefante??? E' un pezzo antico che viene dalla famiglia di mio marito. L'ho scelto per questa ultima foto perché simbolo di una delle divinità più venerate nella religione induista: Ganesha o Ganesh, divinità molto amata ed invocata poiché è il "Signore del buon auspicio" che dona prosperità e fortuna, o anche il "Distruttore degli ostacoli" sia materiali che spirituali. Questo è il motivo per cui se ne invoca la grazia prima di iniziare una qualunque attività, come ad esempio un viaggio, un esame, un colloquio di lavoro, un affare, una cerimonia o un qualsiasi altro evento importante. Per questo motivo è tradizione che tutte le sessioni di canti devozionali (i bhajan) inizino con una invocazione a Ganesha, e al quale si dedicano anche danze sacre molto particolari. Una di queste è il mio ultimo piccolo regalo per Cinzia e per tutti i miei compagni di viaggio:) un buon auspicio è sempre gradito! Ci vediamo in Australia.

Bharatanatyam Ganesha Stuti



Il Kheer è un dessert molto popolare nel nord dell'India, ma anche molto conosciuto nei paesi dell'Asia meridionale. Come tutte le ricette tradizionali ne esistono varie versioni, più o meno speziate e/o aromatiche. Io ho scelto questa che prevede l'uso del cardamomo al posto dell'acqua di rose. Ho sostituito gli anacardi (non avendoli) con i pistacchi. L'ho trovato particolare e buono, anche se a mio marito, amante del classico abbinamento riso/latte/cannella, non è piaciuto molto!!! Peccato per lui....:)

Chawal ki Kheer
Chawal ki Kheer: riso al latte

Ingredienti per 4
1 lt, di latte intero
1/4 di tazza di riso basmati (circa 60 gr.)
5-6 cucchiai da tavola di zucchero
6 bacche di cardamomo
qualche pistillo di zafferano
15-20 mandorle pelate e spezzettate
12-15 anacardi (io ho usato 20 pistacchi spellati e spezzettati)
1 cucchiaio da tavola di uva sultana

Chawal ki Kheer: riso al latte

Preparazione
Lavare il riso finché l'acqua non sarà pulita da ogni traccia di amido. Lasciare il riso in ammollo in acqua per 30 minuti. Nel frattempo mettere il latte sul fuoco e portarlo a bollore. Trascorsi i 30 minuti aggiungere il riso al latte, abbassare il fuoco e lasciare sobollire dolcemente. A metà cottura (dopo circa mezz'ora) aggiungere il cardamomo polverizzato, le mandorle e i pistacchi tritati, lo zucchero e lo zafferano. Terminare la cottura girando sempre per evitare che il riso si attacchi al fondo della pentola, occorrerà circa 1 ora per avere la giusta consistenza del dessert. Servire tiepido o freddo in coppette individuali decorando ogni porzione con filetti di mandorla, pistacchi e qualche pistillo di zafferano.

Chawal ki Kheer: riso al latte

mercoledì 12 novembre 2014

Golden Milk....il Latte d'Oro

Golden Milk


Per questa seconda visita da Cinzia, a seguito della carovana più pazza del mondo l'Abbecedario Culinario Mondialeho pensato di preparare una bevanda che riscalda il cuore e fa tanto tanto bene oltre che essere buonissima. L'ho scelta perché nasce dalla pratica dello Yoga Kundalini, una delle correnti dello Yoga. Nella terminologia delle religioni originarie dell'India con il termine Yoga si indicano le pratiche ascetiche e meditative. Nell'arco del tempo lo Yoga è stato principalmente inteso come mezzo di realizzazione e salvezza spirituale ed interpretato e disciplinato in vari modi a secondo della scuola di pensiero. 
Il Golden Milk o Latte d'Oro è una bevanda consigliata nell'ambito di questa disciplina per favorire l'agilità e l'elasticità delle articolazioni, necessarie per eseguire le posizioni di yoga. E' particolarmente indicata però anche per tutti coloro che hanno problemi alle articolazioni o alle giunture ed è ottima per la colonna vertebrale dato che lubrifica, aiuta a rompere i depositi di calcio, riduce eventuali infiammazioni e contribuisce a rimuovere le tossine. 
Ingrediente principale è la curcuma, o meglio Curcuma Longa, di cui ho già parlato quiun'erba perenne di cui l'India è il maggiore produttore al mondo.
Curcuma LongaE' ricca di proprietà curative dovute alla presenza della curcumina e di altre sostanze che ne fanno un elemento molto apprezzato per le proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie. Nella medicina ayurvedica viene utilizzata moltissimo come antisettico per tagli, scottature e contusioni. In questa ricetta è mescolata con latte di riso, olio di mandorle dolci, miele e un pizzico di cannella. Se non dovesse funzionare per le mie articolazioni, sicuramente funzionerà per i miei momenti di relax. I consigli per avere giovamento indicano l'assunzione del Golden Milk per 40 giorni,  voi però provatelo anche solo per una piacevole coccola serale, è davvero delizioso. 

Golden Milk
Il Latte d'Oro
Golden Milk

Ingredienti per effettuare un trattamento di 40 giorni
Pasta di curcuma:
Curcuma in polvere 1/4 di tazza (60 gr circa)
acqua 1/2 tazza (120 ml)
Per ogni dose di Golden Milk:
1 tazza di latte di riso
1/4 di cucchiaino di pasta di curcuma
1 cucchiaino di olio di mandorle dolci per uso alimentare
1 cucchiaino di miele
cannella

Golden Milk


Preparazione
Preparate la pasta di curcuma mettendo a bollire l'acqua e a bollore raggiunto versare la curcuma, mescolando con un cucchiaio. Fate cuocere un pochino in modo da avere un composto compatto. Fate raffreddare e mettete questa pasta in un contenitore di vetro e conservatela in frigorifero. Sarà la vostra dose per i 40 giorni di cura, e se decidete che non vi interessa potete utilizzare la pasta di curcuma per la preparazione di pietanze. Per preparare il Golden Milk vero e proprio mettete in un pentolino il latte di riso (ma va bene qualsiasi latte vegetale e non), 1/4 di cucchiaino di pasta di curcuma prelevato dal vostro barattolo, un cucchiaino di olio di mandorle dolci per uso alimentare. Mettete sul fuoco e fate riscaldare. Versate nella tazza, aggiungendo un cucchiaino di miele e una spolverata di cannella. Gustate la vostra tazza di latte d'oro "stravaccati" sul divano di casa, senza fare nulla possibilmente!!! Ottimo contro stress e stanchezza e per coccole d'emergenza!!!!      

Golden Milk





domenica 9 novembre 2014

Punjabi Aloo Chole: zuppa di patate e ceci


Per molti un viaggio in India è più un viaggio dell'anima che il classico tour da #turistivoracidiviaggimordiefuggi!!! Personalmente non ho mai sentito forte il richiamo "della foresta", noto a molti, verso questo paese. Eppure, inutile dirlo, subisco indiscutibilmente il suo fascino. Lo subisco attraverso la sua cucina, speziata ed elegante, che ho imparato ad amare nel tempo; lo subisco attraverso le immagini di luoghi bellissimi dove immagino che "ritrovarsi con sé stesso" diventa una esperienza "mistica"; lo subisco attraverso i mille intensi colori di questa terra, intensi e vivi....quasi a voler far dimenticare di essere un paese attanagliato da infinite contraddizioni e problemi,  dove "le caste" la fanno da padrone nel segnare pesantemente il destino delle persone, dove la condizione femminile è particolarmente fragile e  la mortalità infantile  è tra le più alte al mondo. Eppure l'India è anche un paese dove convivono più religioni, più lingue (lo stato indiano ne riconosce ufficialmente 23); un paese che ha permesso la convivenza di culture diverse, lasciando che la contaminazione "buona" gettasse le basi per la conoscenza reciproca di culture anche molto distanti. Il mio soggiorno in India non vi parlerà di posti in particolare, ma cercherà di viaggiare sulla direttrice delle emozioni e delle sensazioni che provo ogni volto che "incontro" questo paese. E come è mia abitudine, ogni volta che arrivo a casa dell'ambasciatore di turno impacchetto un piccolo regalo....per Cinzia, che ospita questa seconda tappa dell'Abbecedario Culinario Mondiale, ho scelto una poesia, molto bella secondo me.....una poesia nata dalla mente illuminata di Mahatma Gandhi, il fautore della resistenza-non violenta, che ha regalato all'India, nel 1947,  l'indipendenza politica dall'Impero Britannico. 

 Un dono
"Prendi un sorriso, regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio, mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore e fallo conoscere al mondo."
                         Mahatma Gandhi

Ho scelto di realizzare questa zuppa, originaria della regione del Punjab, di cui esistono diverse varianti. La ricetta realizzata è tratta dal libro "Il Mangiamondo" di Sandro Masci Ed. Newton Compton, libro molto noto tra i viaggiatori dell'Abbecedario! Il nome di questa zuppa, che nel libro viene chiamata solo Chole, è tratto da qui, insieme alle notizie di provenienza della ricetta. 


Punjabi Aloo Chole
Zuppa di patate e ceci
Punjabi Aloo Chole

Ingredienti
250 gr di ceci lessi
1 cipolla tagliata
2 patate
1 cucchiaino di semi di senape
3 capsule di cardamomo
2 fogli di alloro
3 chiodi di garofano
1 cucchiaino di garam masala
olio di semi (io olio evo)
sale

Punjabi Aloo Chole: ingredienti

Preparazione
Bollire le patate per 15 minuti. Quando saranno cotte spegnere il fuoco e lasciarle in acqua. Scaldare in una padella l'olio e tostarvi i semi di senape. Aggiungere le foglie di alloro, il cardamomo, i chiodi di garofano e dopo qualche minuto la cipolla e le spezie miste. Far cuocere per 3 minuti ed aggiungere i ceci con il loro liquido di cottura (io ho lessato i ceci secchi ma potete utilizzare anche una latta di ceci già cotti). Tagliare le patate in piccoli pezzi e aggiungerle nella padella. Continuare a mescolare i ceci a fuoco medio per 5-7 minuti senza coprire (io ho fatto cuocere di più aggiungendo un poco d'acqua). Aggiustare di sale e servire.



domenica 2 novembre 2014

"L'Albero vecchio" ha messo radici e le ha messe a Napoli! Gu Shu.....finalmente!


Nasce a Napoli con una sala da tè l'Associazione Gu Shu. Non deve meravigliare che nella città italiana tempio del caffè sia nata un'Associazione per la diffusione della Cultura del Tè e delle piccole cose dimenticate. Napoli è una città levantina e multietnica dove le influenze storiche e culturali hanno sempre lasciato una traccia importante e positiva. Così nel pieno centro storico, sul decumano minore in Via San Biagio dei Librai ha trovato sede l'Associazione Gu Shu, fondata per volere e caparbietà di Giustino Catalano, Giuseppe Musella e Riccardo Abbruzzese, rispettivamente il primo enogastronomo appassionato di tè, il secondo noto commerciante di tè ed il terzo ex chef de Rang dell'Hotel Romeo.


Alle loro spalle un foltissimo numero di campani appassionati della foglia verde della Camelia hanno fatto si che i tre si prendessero la briga di costituire un’Associazione con una sede prestigiosissima quale è il Palazzo Diomede Carafa, edificio a 30 passi dalla statua del Nilo – nota ai napoletani come il Corpo di Napoli – del 1442. Proprio al suo interno nelle due finestre che affacciano sulla copia della testa di cavallo che fu donata al Principe letterato da Lorenzo il Magnifico l’associazione Gu Shu (che significa “Albero vecchio” ) ha costituito la propria sede sociale con una sala da tè in pieno stile cinese.





“Qui con i nostri associati, che auspichiamo saranno molti, scopriremo tutti i segreti della bevanda e la abbineremo a piccole produzioni tradizionali italiane (ndr le piccole cose dimenticate) per dimostrare ancora una volta che il tè non è solo una bevanda per pasticcini ma soprattutto la bevanda di oltre la metà della popolazione mondiale con la quale si pasteggia”, alle parole del Presidente pro tempore Giustino Catalano fanno eco quelle del Vice Presidente Giuseppe Musella il quale afferma “non ci siamo inventati nulla di nuovo. Il tè nel centro di Napoli non è nessuna novità. Proprio su San Biagio dei Librai, nello storico Palazzo Venezia – ex ambasciata della Repubblica Serenissima dalla metà del ‘400, verso la fine del settecento fu costruito un giardino d’inverno nel quale si serviva regolarmente il tè e non il caffè”.



Lunedì 3 novembre dalle 17,00 l’inaugurazione della sede associativa dove ovviamente saranno serviti dei tè molto rari. Il Marchio Gu Shu è un marchio registrato. Nell‘invitare tutti il Tesoriere Riccardo Abbruzzese precisa che “l’Associazione e la Sala da Tè sono le prime in assoluto nel Sud Italia e che il tesseramento ha il costo annuale di 10 euro grazie al quale oltre che accedere alla Sala si ha anche diritto ad uno sconto del 10% su tutti i tè venduti nella vicina bottega del tè "Qualcosaditè" ”.
Da Martedì 4 novembre la sala sarà aperta a tutti i soci dalle 10 alle 20 con il solo giorno di chiusura previsto di domenica.





Gu Shu
Associazione per la diffusione della cultura 
del tè e delle piccole cose dimenticate
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