domenica 29 settembre 2013

Avena, castagne e cioccolato........i biscotti per "Un chicco tira l'altro"



Come vola il tempo....sembra ieri che preparavo il mio budino di pane e cioccolata pensando ai sorrisi dei bambini ed eccomi di nuovo qui a immaginare qualcosa che possa strappare sorrisi, quelli grandi che ti prendono tutta la faccia, e che ti fanno allargare gli occhi tra la sorpresa e la gioia pura!!!! Ecco questa è l'immagine che mi viene in mente quando penso a come mi piacerebbe vedere il viso di tutti i bambini....meravigliati e gioiosi, pieni di fiduciosa speranza. Per questo motivo ho deciso di sostenere il progetto "Io non mangio da solo" promosso da ProgettoMondo Mlal  accogliendo anche quest'anno l'invito di  Virginia  quando ci ha chiamato a raccolta per un nuovo bellissimo impegno di solidarietà :) 
"Un chicco tira l'altro" è il tema del contest di quest'anno e quest'anno a farla da padrone sono i cereali!!!! Tra i 12 cereali indicati dal contest: Mais, Frumento, Riso, Orzo, Farro, Quinoa, Amaranto, Grano saraceno, Segale, Avena, Kamut®, Miglio, io ho scelto l'Avena per realizzare il mio piccolo contributo.
Se volete anche voi sostenere questa campagna troverete tutte le informazioni sul blog di Virginia Lo Spilucchino. Ma affrettatevi che c'è tempo fino alla mezzanotte del 4 ottobre. Potete partecipare anche con una ricetta già pubblicata, o anche se non avete un blog.
L'idea di questi biscotti è stata ispirata da una ricetta trovata nel libro  "Cioccolato!" di Trish Deseine alla quale ho apportato la mia modifica: l'uso della farina di castagne per dare un caloroso benvenuto ad una stagione che amo moltissimo: l'Autunno! 

 "Un Chicco tira l'altro"
 Biscotti all'Avena, Farina di Castagne e Ciccolato

Biscotti avena, farina di castagne e cioccolato

 Ingredienti
210 gr di burro morbido
100 gr di zucchero a velo
220 gr farina di castagne
1 cucchiaio di lievito per dolci
70 gr di fiocchi d'avena
100 gr cioccolato fondente


Biscotti avena, farina di castagne e cioccolato

Preparazione
Montare il burro e lo zucchero finché non avrete un composto spumoso. Aggiungere la farina di castagne e il lievito setacciato e i fiocchi d'avena.  Lavorare sino ad avere un composto sodo e omogeneo. Dargli la forma di un cilindro di circa 8 cm di diametro, avvolgerlo in pellicola alimentare e farlo riposare in frigorifero almeno 30 minuti. Accendere il forno a 170°. Trascorso il tempo di raffreddamento della pasta, tirarla fuori dal frigorifero e tagliare il cilindro a fette spesse circa 1/2 cm. Appiattirle un poco con le mani, e sistemare i biscotti sopra una teglia rivestita di carta forno. Infornare per circa 20 minuti, finché i biscotti non saranno leggermente dorati. Tirare fuori la teglia, far raffreddare per una decina di minuti i biscotti, poi trasferirli sopra una grata per il completo raffreddamento. Quando saranno ben freddi ricoprirli di cioccolato sciolto a bagno-maria, utilizzando un cucchiaio. Lasciar raffreddare bene il cioccolato prima di consumarli, se ci riuscite! 
Dimenticavo: buoni anche per i celiaci!!!!

Biscotti avena, farina di castagne e cioccolato

martedì 24 settembre 2013

Pranzo di famiglia atto finale: Torta di Nocciole

Sono arrivata alla conclusione del mio pranzo di famiglia :) pesantuccio, direte voi, ma ogni tanto bisogna pur contravvenire alle regole che ci diamo....se no che gusto ha la vita????? certo non sempre, ma ogni tanto fa bene ritagliare uno spazio per le nostre piccole trasgressioni..........anche in cucina!!!!!
Era da un po' di giorni che volevo rifare questa torta di nocciole, ricetta che mi è capitata tra le mani durante il mio soggiorno svedese dell'Abbecedario Culinario....una torta che mi ha affascinata per la semplicità e per quella racchiusa promessa di una esperienza sensoriale deliziosa!!!!! Non mi sbagliavo....è davvero squisita. Non a caso pare fosse la torta preferita di  Konrad Adenauer e la ricetta l'ho trovata proprio qui  sul blog della Fondazione Adenauer, cercando dolci per la Svezia. Devo dire che la sostituzione della torta di mele di mamma è stata una scelta niente male.....ogni tanto le tradizioni vanno arricchite, n'est-ce-pas?

Torta di nocciole
 (Schwedische Nusstorte)

Torta di Nocciole

Ingredienti
Per la base alla nocciola:
160 gr di nocciole finemente tritate
60 gr di cioccolato fondente grattugiato
4 uova intere
160 gr di zucchero
1 cucchiaino e 1/2 di lievito per dolci
Per la copertura:
400 gr di panna fresca
1 cucchiaino e 1/2 di caffè solubile sciolto in poca acqua
250 gr di zucchero a velo
100 gr. di mandorle
60 gr di cioccolato fondente
1 noce di burro+1 cucchiaio raso di zucchero


Preparazione
Tritare finemente le nocciole e grattugiare il cioccolato. Mischiare le due polveri in una ciotola insieme al lievito per dolci. Montare le uova con lo zucchero finché non saranno gonfie e spumose. Aggiungere a cucchiaiate il composto secco, mescolare delicatamente, versare il composto in una tortiera di 24 cm di diametro, precedentemente foderata di carta forno o di alluminio, e infornare in forno caldo a 170° per circa 40-45 min, finché il composto non sia gonfio e sodo al tatto (tenete presente che, non essendoci farina, la torta deve "asciugarsi" con il calore). Prova stecchino richiesta!!!! Mettere la torta a raffreddare su una gratella. Preparate adesso la copertura. Tritate le mandorle grossolanamente, trasferitele in una padella con la noce di burro e 1 cucchiaio raso di zucchero. Fatele tostare leggermente e mettetele a raffreddare. Tritate il cioccolato fondente grossolanamente, sciogliete il caffè solubile, montate la panna con lo zucchero a velo (deve essere ben dura). A questo punto aggiungete il caffè alla panna, mescolate delicatamente e versate questa delizia sulla torta fredda. Ricoprite con la granella di mandorle tostata e il cioccolato, precedentemente mischiati insieme. Riponete in frigorifero finché non la servirete......è irresistibile!!!!

Torta di Nocciole o Schwedische Nusstorte



p.s. ovviamente "dieta-brodino" richiesta dopo pranzo di famiglia :)

 

lunedì 23 settembre 2013

Pranzo di famiglia: l' Arrosto morto di mamma

Ecco, lo sapevo che mia sorella mi avrebbe ripresa....io ricordavo "arrosto in casseruola" e invece mamma lo chiamava "arrosto in cassuola"! in ogni caso quello che mi sorprendeva, quando ero piccola, era che lo chiamassero "arrosto morto!" E certo che è morto, mi dicevo....dopo una cottura di almeno 3 ore come puo' essere vivo????? Ma presto questi pensieri sui massimi sistemi dei fornelli abbandonavano la mia testolina di bambina, e mi preparavo al rito della "scarpetta" nel sughetto della carne che, come vi ho anticipato, diventava quasi nero e denso come una crema.....Questa è la ricetta che mamma faceva spesso la domenica, una ricetta semplice e che necessita solo di un ingrediente indispensabile: il tempo giusto per "ammazzare" l'arrosto :)

Arrosto morto
(o in casseruola, o in cassuola...fate voi)

Arrosto morto
Genealogia di una cuoca
 
Ingredienti
1 pezzo di girello (circa 1 kg e 1/2)
olio evo
una noce di burro
2 foglie di alloro
1 rametto di rosmarino
2 agli vestiti
sale a gusto

Preparazione.
In una casseruola versare 3 cucchiai di olio evo, la noce di burro, gli aromi e la carne. Coprire d'acqua quasi completamente la carne, e far cuocere a fuoco lento per circa 3-4 ore. A metà cottura, quando il liquido si è ridotto di 2/3 aggiungere il sale e continuare la cottura finché il liquido non prederà la consistenza di una crema non troppo spessa e il colore sarà quello di un caramello scuro. Se vi accorgete che il pezzo di carne ha raggiunto la cottura giusta (ve ne accorgerete infilando uno spiedino di metallo nel pezzo di carne: dovrà attraversarlo senza nessuna difficoltà, come se entrasse in un pezzo di burro), potete tirarlo via dal sugo e adagiarlo su un tagliere, facendolo intiepidire (vi faciliterà il compito del taglio). Servire la carne tagliata a fettine sottili, ricoperta dal sughetto.


Arrosto morto


domenica 22 settembre 2013

Pranzo di famiglia.........la pasta al gratin di mamma

....si perché quando ti prende quella sensazione di smarrimento, di confusione, allora hai bisogno di aggrapparti ai ricordi, quelli belli, quelli di cui conservi ancora gli odori e gli aromi,  quelli  legati alle tranquille gioiose abitudini che hanno segnato la nostra vita....e che nel momento stesso del ricordo ti riempiono il cuore di tenera nostalgia. Ecco, oggi m'ha preso così, e allora???? allora replica del pranzo domenicale che mamma amava preparare piuttosto spesso, e che per noi quattro figli era una vera gioia: pasta al gratin e arrosto "morto" (non so perché poi mamma lo chiamasse così!!!, ma l'arrosto in casseruola a casa si chiamava arrosto morto!) e, se poi decideva di esagerare, ci toccava anche la sua torta di mele!!! Tuffarsi a capofitto nel sughetto quasi nero dell'arrosto e riassaporare la morbidezza della pasta al gratin dal gusto leggermente affumicato (perché mamma ci metteva la provola affumicata al posto della mozzarella) è stato per noi tre fratelli un modo di ritrovarci a casa, di nuovo insieme..........
All'appello oggi mancava mio fratello Luigi, che vive a Whashington....e la torta di mele....ma penso che i miei commensali siano stati contenti di quella che ho preparato!!!!!

Pasta al gratin



Ingredienti per 8 persone
per la salsa bianca (besciamella):
1 lt e 1/2 di latte
140 gr di burro
150 gr di farina
sale
noce moscata a gusto
per l'imbottitura:
400 gr di provola affumicata
100 gr parmigiano grattugiato
800 gr di penne ziti rigate

Pasta al gratin

Preparazione.
Iniziate con la besciamella. Io in genere uso questo metodo per prepararla, consigliatomi da mia zia Nelly, e devo dire che da quando l'ho provato non l'ho più cambiato. Mettere il latte, il burro e la farina insieme in una casseruola su fuoco medio. Con una frusta girare sempre finché non inizia il bollore, abbassare il fuoco, salare e lasciare addensare la salsa. Quando sarà densa e vellutata spegnere il fuoco e aggiungere la noce moscata (una bella grattugiatina). Lasciare raffreddare avendo l'accortezza di girare ogni tanto la salsa per evitare che si formi la pellicina. Lessare la pasta in abbondante acqua salata, cuocerla al dente, scolarla e versarla in una insalatiera. Condirla bene con la besciamella poi procedere in questo modo: in un ruoto rettangolare o rotondo versare uno strato di besciamella, uno di pasta, la provola affumicata tagliata a pezzettini, abbondante parmigiano grattugiato. Continuare in questo modo fino a terminare con uno strato di pasta che ricoprirete con la besciamella e una bella spolverata di parmigiano grattugiato. Infornare a 180° per circa 40-45 minuti, o più finché la superficie non sarà dorata. Buon appetito!

Pasta al gratin

domenica 15 settembre 2013

Hjortronparfait.....quasi!!!!! e saluto la Svezia in dolcezza

Ultimo giorno di permanenza in Svezia dal nostro Uomo in bagno e per salutarlo e ringraziarlo dell'ospitalità di questa interessante tappa dell' Abbecedario Culinario della Comunità Europea avevo pensato di fare un dolcetto. Ho girovagato in lungo e in largo per trovare qualcosa adatta a questa stagione di passaggio, qualcosa che non fosse troppo foriero di freddi e che ci potesse ricordare ancora la stagione che sta per lasciarci (io devo dire che so' contenta!!!!). Mi è molto piaciuta la ricetta di questo semifreddo, che allo stesso tempo è sufficientemente calorico da "riscaldare il corpo e l'anima". Viene preparato con una bacca selvatica, il camemoro (Rhubus chamaemorus) chiamato anche lampone selvatico, nativa della tundra artica o delle foreste boreali. In Svezia viene molto usata per preparare confetture e distillati e per la preparazione di svariati piatti. Dalle notizie recuperate qui, qui, qui, non è semplice trovare la confettura e il liquore preparato con questa bacca, e i vari suggerimenti per trovare questi prodotti mi hanno rimandato ad Ikea che però ho poi scoperto che si, vende la confettura e il liquore.....ma non in Italia!!!!! Depressa dalla ferale notizia, ma decisa a non demordere, mi sono detta: "e se invece di quello selvatico, uso quello coltivato?" e ho deciso che si!.....si poteva fare e così ho fatto :) ho seguito la ricetta trovata qui con la modifica obbligata. Il risultato è niente male e quindi da riproporre, in attesa di ripetere la ricetta con la confettura di camemoro (appena la trovo! anche se ho sguinzagliato i miei segugi e forse.....a Milano.....riesco a trovarla).

Hjortronparfait 
(addomesticato!!!!)
Ingredienti 
(tra parentesi le mie modifiche)
4 rossi d'uovo + 1 albume da usare per la base biscotto
120 ml (circa 160 gr) di confettura lampone selvatico (hjortronsylt)
(io confettura di lamponi)
4 cucchiai di Lakka - liquore di lampone selvatico
(io acquavite di lampone)
50 gr di zucchero 
(io + 3 cucchiai per la panna)
300 ml di panna da montare

per la base biscotto
35 gr di nocciole tostate
15 gr di mandorle pelate
1 cucchiaio pieno di farina 00
80 gr di zucchero superfino
1 albume
25 gr di burro fuso

Preparazione
Posizionare, su una pentola con acqua che bolle, un ciotola resistente al calore con i tuorli d'uovo e lo zucchero. Sbattere le uova con un frullino elettrico per circa 2 minuti. Mettere la ciotola con le uova sbattute in un contenitore che avrete precedentemente riempito di ghiaccio. Continuare a sbattere le uova con il frullino per altri 3 minuti circa, finché il composto non sarà freddo. Passare al setaccio la confettura, aggiungere il liquore e versarla nelle uova sbattute. Mescolare bene. Montare la panna ben soda ma non dura. Aggiungerla alla precedente miscela, amalgamare bene e versare in piccole terrine rivestite di pellicola alimentare (vi servirà ad estrarre il parfait con facilità). Mettere nel congelatore per almeno 3 ore.
Preparate ora la pasta biscotto. Tritare finemente le nocciole, le mandorle, lo zucchero e la farina in un mixer, montare il bianco d'uovo per qualche secondo o finché non avrà cambiato colore, aggiungere il burro fuso freddo e il composto secco. Amalgamare bene. Su una teglia rivestita di carta forno mettete il composto a cucchiaiate, dandogli una forma rotonda. Infornate a 200° e lasciate cuocere per max 15 min. La pasta non deve cuocere troppo se no tende ad indurire troppo (la mia si è troppo biscottata!!!). Estraete la teglia dal forno, lasciate intiepidire un poco e ritagliate le basi della dimensione delle terrine usate per il parfait. Per servire, posizionate la base biscotto in un piattino, sistematevi sopra il parfait e decorate la sommità del dolce con un poco di confettura e i contorni del dolce con la confettura passata al setaccio e diluita con un pochino di liquore. 



sabato 14 settembre 2013

Zuppa di legumi aspettando l'autunno

Anticipo d'autunno sui tetti di casa...............

Ritorno a scrivere, sperando di essere più costante, ma ultimamente eventi svariati e diciamocelo pure, non troppo felici, mi tengono lontana da questo angolino. E non perché mi manchi il tempo...anzi rispetto a prima ne ho di più a mia disposizione. E' solo che mi manca la giusta concetrazione....insomma la mia testolina vaga di qua e di là alla ricerca di soluzioni. Vi capita mai di non "esserci" con la testa? Ecco, questo è un mio periodo "ni" (non voglio dire no, voglio mantenere un poco del mio ottimismo!) e quando mi capitano questi periodi, in genere li assecondo, li accompagno piano piano verso l'uscita. In genere funziona!!!! In attesa però di stagioni migliori della mia vita, tra cui annovero al primo posto l'Autunno, mi preparo :) anche in cucina! E visto che mi sono rimaste poche "briciole" del pacco delle meraviglie ricevuto per il concorso IoChef, le ho utilizzate per preparare la mia zuppa di legumi

 Zuppa di legumi al profumo di Lucania
legumi, pomodori Cettaicale, peperoni di Senise, cacioricotta

Ingredienti per 4 persone
250 gr di legumi secchi misti (lenticchie, piselli, fagioli)
3 cucchiai di olio evo
4 pomodorini Cettaicale
1 spicchio d'aglio
2-3 foglioline di salvia
2 belle carote
1 ciuffo di sedano
1 abbondante grattugiata di cacioricotta lucano
acqua q.b.
pepe nero 
sale

Preparazione
La sera prima mettete a bagno i legumi, o fateli stare in ammollo per almeno 3 ore. Sciacquateli bene. In un tegame di coccio mettere a rosolare a fuoco dolce l'olio, lo spicchio d'aglio pulito, le carote tagliate a cubetti piccoli piccoli, il sedano finemente tritato, i pomodorini Cettaicale, i peperoni cruschi sbriciolati. Fate andare dolcemente finché le carote non saranno traslucide, aggiungete i legumi, precedentemente lavati e messi a scolare, e coprite con abbondante acqua. Non appena inizia il bollore, aggiungere le foglioline di salvia. Coprire e far cuocere lentamente per circa 1 ora. Salare la zuppa, e se necessario continuare la cottura fintanto che i legumi non saranno teneri. Servire caldo con un'abbondante grattugiata di cacioricotta lucano, pepe nero macinato al momento e un giro di olio evo. Io ho servito questa zuppa con i biscotti di granone, pane biscottato ideale per accompagnare zuppe e minestre, o l'insuperabile "mallone" ma anche " spunzat' " nell'acqua e condito con una insalata di pomodori fresca fresca :) tipico "mangiare contadino" delle mie zone.

legumi, pomodori Cettaicale, peperoni di Senise, cacioricotta

domenica 8 settembre 2013

Gubbröra per il mio sbarco in Svezia


  Ritratto di Alfred Nobel (1833–1896) di  Gösta Florman (1831–1900)
 "Io, Alfred Bernhard Nobel, dichiaro qui, dopo attenta riflessione, che queste sono le mie Ultime Volontà riguardo al patrimonio che lascerò alla mia morte. [...]
La totalità del mio residuo patrimonio realizzabile dovrà essere utilizzata nel modo seguente: il capitale, dai miei esecutori testamentari impiegato in sicuri investimenti, dovrà costituire un fondo i cui interessi si distribuiranno annualmente in forma di premio a coloro che, durante l'anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell'umanità. Detto interesse verrà suddiviso in cinque parti uguali da distribuirsi nel modo seguente: una parte alla persona che abbia fatto la scoperta o l'invenzione più importante nel campo della fisica; una a chi abbia fatto la scoperta più importante o apportato il più grosso incremento nell'ambito della chimica; una parte alla persona che abbia fatto la maggior scoperta nel campo della fisiologia o della medicina; una parte ancora a chi, nell'ambito della letteratura, abbia prodotto il lavoro di tendenza idealistica più notevole; una parte infine alla persona che più si sia prodigata o abbia realizzato il miglior lavoro ai fini della fraternità tra le nazioni, per l'abolizione o la riduzione di eserciti permanenti e per la formazione e l'incremento di congressi per la pace. [...] È mio espresso desiderio che all'atto della assegnazione dei premi non si tenga nessun conto della nazionalità dei candidati, che a essere premiato sia il migliore, sia questi scandinavo o meno. [...] 
Parigi, 27 novembre 1895
Alfred Bernhard Nobel "
(fonte Wikipedia)


Che credevate??? Che avevo abbandonato la carovana??? Non ci pensate proprio, non vi libererete di me tanto facilmente :) ma ho dovuto fare una puntatina in Lucania, per un piccolo debito da saldare con una parte della mia vita molto importante e ce l'ho fatta!!!! Ma adesso, con la velocità che mi contraddistingue, sono arrivata anche qui a rendere omaggio al nostrO padrone di casa (finalmente un maschietto che ci accoglie!!!!) il nostro Uomo in bagno che ospita la tappa svedese dell' Abbecedario Culinario. Come sapete ad ogni padrone di casa mi piace regalare qualcosa che per me rappresenta il paese che visito, qualcosa che lo identifica. E questa volta non potevo non parlare di una manifestazione che contraddistingue la Svezia per la sua ricerca delle "eccellenze" del mondo...ovviamente sto parlando del Premio Nobel l'onorificienza che viene attribuita a quei "personaggi che si sono contraddistinti per aver contribuito alla crescita dalla civiltà e del benessere mondiale" (come sempre le informazioni le trovate qui) E per questa tappa ho scelto di condividere con voi un Nobel assegnato nel 1997 per la letteratuta. Il perché di questa scelta sta nella motivazione espressa dalla giuria che vi riporto con estremo piacere:

"Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, 
dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi"

Dario Fo 
dal "Mistero Buffo": Bonifacio VIII


E adesso la ricetta,  scelta girovagando di quà e di là, di un gustosissimo antipasto: il Gubbröra, a base di uova e acciughe. Meglio farlo riposare un po' prima di fiondarcisi sopra :)

 Gubbröra

 Gubbröra

Ingredienti
Pane di segale
4 uova ben sode
70 gr di acciughe 
e cucchiai di cipolla rossa tritata finemente
2 cucchiai di aneto tritato finemente
2 cucchiai di erba cipollina tritata finemente
panna acida


 Gubbröra, antipasto a base di uova e acciughe


Preparazione
Tritate finemente le acciughe, la cipolla rossa, le uova e le erbe aromatiche. In una ciotola mischiate tutti gli ingredienti aggiungendo per legare 2 cucchiai di panna acida. Mescolare bene e adagiare in un piatto da portata ornando con le erbe aromatiche, la panna acida e un pochino di cipolla. Servire su fette di pane di segale, e aggiungere, se piace, la panna acida (a me piace moltissimo e la preferisco al burro che viene messo in genere sulle fette di pane). Molto gustoso, ma deve riposare per far amalgamare bene i sapori. Io consiglio un riposo di almeno 1/2 giornata in frigorifero, coperto da pellicola.
 
 Gubbröra, antipasto a base di uova e acciughe



























sabato 7 settembre 2013

Ceci neri di Pomarico e Polpo con citronette aromatica al Ficotto di Pisticci: affettuosamente detto "Tortino Cucu'"



E' d'obbligo una premessa: in genere non partecipo a contest o concorsi principalmente perché considero la mia passione per la cucina un viatico contro l'ansia e i momenti "no" della mia vita, ed evito tutto quello che, nel bene e nel male, puo' essere fonte di ulteriore stress. Detto questo però, quando mi sono imbattuta nel blog di Teresa  che invitava tutti a non fermarsi ad Eboli e a proseguire il cammino per conoscere, anche se solo attraverso la cucina, una terra che amo particolarmente....beh non ho resistito!!! L'occasione che aspettavo da un po' di parlare del mio rapporto speciale con la Basilicata mi si è presentata su di un piatto d'argento. I cruschi li ho conosciuti tanti anni fa, quando papà lavorava a Potenza, in ospedale, e a volte ritornava con il suo bottino di peperoni di Senise e mamma "cunzava" le patate. Gli altri sapori di quella terra sono legati ai ricordi che mi legano a tre donne lucane, con le quali ho passato buona parte dei miei anni universitari, anni che mi hanno riempito il cuore. La capostipite di quella famiglia era mamma Maria donna volitiva come  poche, a volte dura come la sua terra ma, come la sua terra, capace di grande generosità, amore e accoglienza. Nella sua casa c'era sempre posto per tutti e tutti avevano un posto speciale. E a rendere speciale quella casa, insieme a mamma Maria c'erano Rosa, la sua prima figlia, detta anche da noi ragazzi "Sofia" per la sua bellezza procace e dirompente, cuoca sopraffina e grande artigiana della pasta fatta in casa, quella bella 'ntritosa fatta di acqua e semola di grano duro.....quella loro per intenderci!,  Pasqualino, il figlio, sua "croce e delizia"; Francuccio, ultimo della stirpe di mamma Maria (ne erano 8!!!) ragazzo gentile, divertente e molto carino, e Filomena da tutti chiamata Mena, e da me ribattezzata Cucù, il mio alter-ego e l'Amica di tutta una vita....In quella casa ho trascorso pomeriggi e serate a studiare e a ridere di gusto....bastava poco per trasformare anche le angoscie e i dolori più forti in qualcosa di maneggevole e leggero! Ed è a queste tre donne che dedico questa ricetta pensata e ispirata dalla condivisione della loro vita: una vita per molti aspetti amara e aspra, ma contraddistinta da una grande forza, e da quella tenerezza che solo chi ha dovuto "faticarsi la vita" è capace di regalare. 
Il richiamo di Teresa De Masi quando ha presentato il concorso IoCheforganizzato dall'Unione Regionale Cuochi Lucani in occasione del 27° Congresso Internazionale della Federazione Italiana Cuochi (F.I.C.), è stato quindi per me un imperativo: quando mi capita più un'occasione come questa per dire "grazie" con tutta me stessa? E allora mi sono buttata a capofitto nel pacco di meraviglie che ci hanno inviato a casa e ho cominciato a provare e sperimentare.....

e tra Pane di MateraOlio evo di majaticaFicotto di PisticciPeperone di Senise I.G.P.Melanzana rossa di Rotonda DOP (in crema) e ben 1 kg fresche!!!!Fagioli di Sarconi IGP,  Cacioricotta o ricotta lucana e Ceci neri di Pomarico, da abbinare a uno di questi pesci: Mormora, Seppia, Cefalo, Gallinella,  Sauro, Pesce serra,  Sciabola o bandiera, Triglia agostinella, Polpo,  Pettinessa, Palamita, Rombo, Lucerna o pesce prete, finalmente l'idea ha preso forma!! 
Dopo qualche aggiustatina per calibrare meglio gli aromi, è nato il mio Tortino di Ceci neri di Pomarico e Polpo con citronette aromatica al Ficotto di Pisticci....ma siccome il nome è troppo lungo e "può crescere scostumato" (cit. di Troisiana memoria) l'ho ribattezzato Tortino Cucù, in onore di Menuzza mia.........e anche stavolta, devo dire che mi sono molto divertita a mettermi in gioco....grazie per la splendida occasione!

Tortino "Cucu'"
"Tortino Cucu'": Ceci neri di Pomarico e Polpo con citronette aromatica al Ficotto di Pisticci

Ingredienti per 5 tortini:
150 gr di ceci neri di Pomarico secchi
 1 polpo verace di circa 1 kg (il mio pesava 950 gr)
1 fetta di pane di Matera ben secco (o più se necessario)
olio evo Tenuta Zagarella
2 spicchi d'aglio grandi
3 rametti di timo fresco
2 rametti di maggiorana
1 ciuffetto di prezzemolo
sale q.b.
pepe macinato al momento q.b.
2 bei limoni (preferibilmente sfusato amalfitano)
Ficotto di Pisticci
per accompagnare:
2 melanzane rosse di Rotonda

"Tortino Cucu'": Ceci neri di Pomarico e Polpo con citronette aromatica al Ficotto di Pisticci



Preparazione
Un paio di giorni prima della preparazione della ricetta, mettete a bagno in abbondante acqua i ceci neri, che richiedono un ammollo in acqua più lungo dei ceci bianchi. Fateli poi cuocere per almeno 1 ora in acqua e salateli leggermente quando saranno teneri. Lessate il polpo in acqua leggermente salata e fatelo cuocere per circa 30 minuti o finché non sarà tenero. Coprite con un telo la pentola e lasciate raffreddare il polpo nella sua acqua di cottura. Preparate la crema di ceci passandoli prima in un mixer, dopo averli scolati dall'acqua di cottura (se necessario aggiungere 1-2 cucchiai per rendere più facile l'operazione). Dopodiché armatevi di buona volontà e, con l'aiuto di un pestello di legno passate al setaccio tutta la purea, in modo tale da eliminare le bucce dei ceci. Mettere da parte la purea. Quando il polpo è ben freddo, scolatelo dall'acqua di cottura molto bene e tagliuzzatelo a pezzettini molto piccoli. Aggiungete il polpo alla purea di ceci, amalgamate bene il composto e, se dovesse risultare troppo morbido, aggiungete una bella manciata di pane di Matera finemente grattugiato. Aggiustate di sale. Riempite dei pirottini di alluminio con il composto di ceci e polpo, pressate bene e fate riposare in frigorifero fino al momento di servire. Procedete adesso con le melanzane rosse di Rotonda. Lavatele e tagliatele a fette rotonde non più spesse di 1/2 cm. Per la grigliatura ho seguito un metodo utilizzato da mia cognata Satchyio, giapponese di nascita. In una padella versate un cucchiaio di olio, e con un pezzo di carta da cucina ungete per bene la padella eliminandone l'olio in eccesso, ponetela su fuoco a fiamma media e quando sarà calda adagiatevi le fette di melanzana (che non ho messo sotto sale seguendo il suggerimento di Teresa).  Fatele cuocere a fuoco medio finché non saranno dorate da entrambi i lati. Giratele spesso. Mettete da parte. Procedete adesso con la citronette. Grattugiate l'aglio, deve essere proprio come una crema. In una ciotola versate 3 pizzichi di sale, il succo di 1 limone e 1/2, 8 cucchiai di olio evo Tenuta Zagarella, il timo, la maggiorana, il prezzemolo ben tritato e pepe a gusto. Cominciate ad emulsionare il composto sbattendolo con una forchetta e piano piano aggiungete un cucchiaino da te di Ficotto di Pisticci. Continuate ad emulsionare la citronette finché avrà assunto un aspetto leggermente cremoso. Assaggiate per eventualmente calibrare il sale e se vi piace il Ficotto di Pisticci, che lascia un retrogusto amarostico molto particolare. A questo punto disponete il tortino di ceci e polipo nel centro di un piatto, circondatelo con le melanzane grigliate e irroratelo con la citronette. 
Ornare a piacere, servire e gustare......spero!!!!! 


"Tortino Cucu'": Ceci neri di Pomarico e Polpo con citronette aromatica al Ficotto di Pisticci




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